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Report Gimbe, 'a rischio 2,2 mln over 60 senza vaccino anti Covid e 2,5 mln con 1 dose'

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(Adnkronos) - Tenendo conto del progressivo aumento dei casi e della diffusione della variante Delta di Sars-CoV-2, che è destinata a diventare prevalente, "nel nostro Paese il tallone d'Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malatt...

(Adnkronos) – Tenendo conto del progressivo aumento dei casi e della diffusione della variante Delta di Sars-CoV-2, che è destinata a diventare prevalente, "nel nostro Paese il tallone d'Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino: di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna)". Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 7-13 luglio.

"L'incremento dei contagi determinerà un aumento di ospedalizzazioni e decessi, evidenti rispettivamente non prima di 2 e 4 settimane, la cui entità sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa della popolazione, in particolare di over 60 e fragili. In altre parole, anche con una circolazione virale elevata, l'impatto dei contagi sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti", indica il report.

"Ma con il progressivo 'tramonto' dei vaccini a vettore adenovirale e il flop di CureVac – si legge – la campagna vaccinale potrà contare solo sui vaccini a mRna che, secondo le ultime stime, nel terzo trimestre dovrebbero sfiorare quota 45,5 milioni di dosi. Infine, il crollo del numero di prime dosi consegue sia alla necessità di completare i cicli vaccinali che ha imposto di fatto una frenata alle prenotazioni, sia all'esitazione vaccinale degli over 50, soprattutto nelle fasce 50-59 e 60-69 anni dove il numero delle prime dosi somministrate settimanalmente è in calo".