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Responsabilità precontrattuale in caso di trattative: di cosa si tratta

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Che cos'è una trattativa Una trattativa contrattuale è la manifestazione della volontà delle parti finalizzata alla conclusione del contratto. Attiene dunque alla fase antecedente la formazione dell’accordo vero e proprio. Le trattative hanno un carattere preparatorio della chiusura dell’...

Che cos’è una trattativa

Una trattativa contrattuale è la manifestazione della volontà delle parti finalizzata alla conclusione del contratto. Attiene dunque alla fase antecedente la formazione dell’accordo vero e proprio.

Le trattative hanno un carattere preparatorio della chiusura dell’affare.

In questa fase la legge pone a carico delle parti un obbligo di correttezza e lealtà, meglio specificato come buona fede.

In cosa consiste questa buona fede prevista dalla legge?

La buona fede in sostanza si manifesta come obbligo di informazione di una parte nei confronti dell’altra in merito alle questioni principali relative alla negoziazione.

Ciascuna di esse ha il dovere di dare notizia delle circostanze che appaiono ignote all’altra e che possono essere determinanti per la formazione del suo consenso. Sono determinante per l’accordo quelle circostanze in base alle quali l’altra parte non avrebbe stipulato il contratto o lo avrebbe stipulato a condizioni diverse. La parte che sia a conoscenza di una causa di invalidità del contratto deve mettere l’altra a conoscenza. E’ doveroso per le parti essere il più chiari possibili per evitare qualsiasi equivoco e malinteso. Fondamentale è inoltre non indurre l’altra parte in errore o assumere comportamenti ingannevoli a sfavore dell’altra parte.

Si considera contraria alla buona fede anche un’improvvisa e ingiustificata rottura delle trattative. L’abbandono della trattativa in maniera repentina comporta la lesione dell’affidamento ingenerato nella controparte in merito alla stipula del contratto. Non è dunque consentito recedere senza giusto motivo dalle trattative avanzate al punto da far confidare l’altro nella chiusura dell’affare. L’altra parte magari aveva intrapreso delle spese per far fronte all’adempimento delle obbligazioni contrattuali o aveva rinunciato ad altri contratti. Si pensi all’appaltatore che aveva organizzato la sua azienda, assumendo dipendenti e procurandosi risorse per dare esecuzione ad un appalto che poi non è stato concluso.

Responsabilità precontrattuale

Che succede in caso di violazione del principio della buona fede?

Prevista una responsabilità precontrattuale che comporta un risarcimento dei danni.

Chi, violando il dovere di buona fede nelle trattative contrattuali, ha cagionato un danno all’altra parte, è tenuto a risarcirlo. La fonte della responsabilità precontrattuale non è dunque un contratto ma dei comportamenti che hanno preceduto la formazione del contratto.

Come si calcola il danno subito?

Esso è costituito dai vantaggi che si sarebbero ottenuti e dai pregiudizi che si sarebbero evitati qualora le trattative contrattuali non fossero state intraprese. Si tratta in particolare di:

— danno emergente costituito dalle spese e dalle perdite connesse strettamente con le trattative (si pensi a spese di viaggio o di spedizione);

— il lucro cessante cioè il vantaggio che la parte avrebbe potuto conseguire con le contrattazioni alle quali ha dovuto rinunciare.

Affinchè la responsabilità possa insorgere è necessario che:

venga dimostrate l’esistenza della trattativa in corso;

la trattativa sia arrivata ad uno stadio tale da ingenerare delle aspettative nell’altra parte in merito alla conclusione della contrattazione;

interruzione della trattativa senza giustificato motivo.

Comportarsi in buona fede significa non tenere impegnata l’altra parte se non si ha davvero intenzione di concludere l’accordo con inutile perdita di tempo e denaro.