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Rhyolite e il riutilizzo di una città

Rhyolite 120

Nella contea di Nye in Nevada la vita è molto difficile. Il deserto è un luogo ostile dove la vita è molto dura e i rischi sono molti. L'edificazione di città o paesi nel deserto quindi, là dove erano o sono ancora presenti, è motivata da bisogni specifici. In Nevada la causa principale è l'e...

Nella contea di Nye in Nevada la vita è molto difficile. Il deserto è un luogo ostile dove la vita è molto dura e i rischi sono molti. L’edificazione di città o paesi nel deserto quindi, là dove erano o sono ancora presenti, è motivata da bisogni specifici. In Nevada la causa principale è l’estrazione mineraria. Esauriti i giacimenti, però, le città in questione sono state completamente abbandonate. Ed è per questo motivo che il maggior numero di “ghost town” si trova negli Stati Uniti d’America. Un numero che si aggira intorno alle 800 unità.

Tra queste, degna di nota è soprattutto Rhyolite. Questa città si trova vicino alla Death Valley, il parco nazionale degli Stati Uniti tra California e Nevada, ed è sorta intorno al 1905 quando scoppiò la cosiddetta “corsa all’oro”. La città di Rhyolite si trova infatti vicino la miniera di Montgomery Shoshone di proprietà dell’industriale Charles M. Schwab . Rispetto alle altre zone della Death Valley, Rhyolite è sorta in una zona più fresca e “facile” da abitare. Sin da subito Rhyolite venne dotata di ottime infrastrutture e vi venne portata energia elettrica e acqua. Proprio da Rhyolite inoltre passava la ferrovia. Il filone d’oro trovato nella miniera rese la città molto famosa ma, finito quello, così come venne popolata con la stessa velocità venne abbandonata.

Ma la sua vita non si estinse. Rhyolite infatti non venne smantellata e i suoi resti – dopo il 1920 circa – sono da allora utilizzati come set cinematografici, fotografici e non solo. La storia di questa “città mineraria” è stata molto importante e da allora è anche meta di visite turistiche.

Nella foto di copertina, un esempio del “riutilizzo” della città. La foto è del famoso fotografo Jackie Dives Photography e si intitola “poncho”. Sullo sfondo le rovine di alcuni edifici e in primo piano la modella.