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Riassunto de Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello

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"Il treno ha fischiato" è una delle più famose novelle del grande scrittore italiano Luigi Pirandello.

Pirandello nasce nel 1867 in Sicilia a Girgenti, nome antico della città di Agrigento, da una famiglia borghese: figlio di Stefano Pirandello e Caterina Ricci-Gramitto. L’infanzia del drammaturgo è serena anche se caratterizzata da una costante difficoltà a comunicare con gli adulti e in modo particolare con il padre Stefano. Questa difficoltà lo stimolò a migliorare costantemente le sue capacità espressive e il modo di relazionarsi con gli altri. Fin da ragazzo soffrì di insonnia portandolo a dormire solo poche ore per notte.

Nel 1934 viene insignito del Nobel per la letteratura. Oggi, per le tematiche affrontate e l’innovazione dei suoi racconti teatrali viene considerato uno dei maggiori drammaturghi del Novecento. La sua carriera letteraria include molte novelle e racconti brevi e una quarantina di drammi.

“Il treno ha fischiato” è una delle novelle più significative scritte da Luigi Piranello nel 1914. Scopriamone la trama.

La trama de “Il treno ha fischiato”

Il protagonista della novella “Il treno ha fischiato” è Belluca, un modesto contabile dedito al suo lavoro, ma senza spina dorsale, per questo oggetto di derisione e di ironia da parte dei colleghi e del datore di lavoro. La particolarità di “Il treno ha fischiato” è il suo procedere a ritroso.

Infatti, nella prima parte veniamo a sapere cosa è successo a Belluca tramite i discorsi dei suoi colleghi, i quali affermano che l’uomo si trova in un ospedale psichiatrico, a causa di un’alienazione mentale scaturita dopo l’aggressione, da parte dell’uomo, al suo capo ufficio. Belluca, lavoratore mite e diligente, si è dunque ribellato. Quel giorno il contabile si era per la prima volta presentato in ufficio in maniera serafica e felice, nonostante gli anni di angherie e soprusi sul luogo di lavoro. Ripreso per l’ennesima volta dal capo, Belluca si era incredibilmente scagliato contro di lui. Urlando, sempre secondo ciò che affermano i colleghi, l’uomo aveva parlato di un treno che aveva fischiato e che lo aveva portato lontano.

A questo punto interviene lo stesso narratore, che si presenta come vicino di casa di Belluca, il quale ci racconta che l’uomo ha non solo una squallida condizione lavorativa, ma anche una pessima condizione famigliare: deve, infatti, provvedere alla moglie, alla suocera, alla sorella della suocera (affette da cecità), alle 2 figlie vedove ed ai 7 nipotini. Dovendo provvedere a tante bocche da sfamare, l’uomo aveva deciso di trovare un secondo lavoretto per arrotondare lo stipendio.

In questo contesto arido e statico, una notte però succede qualcosa, è lo stesso Belluca a raccontarlo: una notte sente il sonoro fischio di un treno che squarcia quel velo di oppressione e di staticità sotto cui l’uomo è costretto a vivere. Quel fischio lo fa entrare con la mente in altri mondi, scoprendo che nella vita esiste anche la fantasia e l’immaginazione. Sarà proprio la fantasia che permetterà a Belluca di vedere il mondo con occhi differenti, scusandosi con il suo capo ed iniziando a vivere la vita in maniera più serena.