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Riassunto vita di Italo Calvino

Italo Calvino by Jerry Bauer

Italo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas (Cuba), il 15 ottobre del 1923. Il padre era un agronomo Sanremese che si trovava a Cuba per dirigere una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola di agraria mentre la madre era laureata in scienze naturali e lavorava come assistente di botanica...

Italo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas (Cuba), il 15 ottobre del 1923. Il padre era un agronomo Sanremese che si trovava a Cuba per dirigere una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola di agraria mentre la madre era laureata in scienze naturali e lavorava come assistente di botanica all’università di Pavia.

Nel 1929, dopo il ritorno con la famiglia in Italia, iniziò a frequentare le scuole Valdesi e nel 1934 entra nel liceo “G.G.Cassini”.

Il suo primo contatto con la letteratura avvenne a soli dodici anni con la lettura del primo e del secondo “Libro della giungla” di Kipling. Fu amore a prima lettura, amore che si trasformò in una vera e propria passione per le sensazioni che solo la lettura in solitaria di testi coinvolgenti sa infondere.

Oltre ai romanzi, si dillettava a leggere anche riviste umoristiche e a disegnare lui stesso vignette e fumetti. Nello stesso periodo si appassionò anche al cinema, passione che durerà per tutta la sua adolescenza.

Ispirandosi a Montale, tra i sedici e i vent’anni iniziò a scrivere racconti brevi, opere teatrali e poesie. Lo scoppio della guerra però, rappresentò la fine della sua giovinezza e l’inizio di una sorta di conflitto ideologico interiore. Si sentì infatti diviso tra una sentita identià sociale e un confuso anarchismo.

I suoi interessi politici iniziarono a svilupparsi grazie anche all’amicizia con il compagno di liceo Eugenio Scalfari che lo portò, attraverso un intenso rapporto epistolare verso un antifascismo clandestino.

Ottenne la licenza liceale nel 1941 per poi iscriversi alla Facoltà di Agraria all’Università di Torino, ma in seguito alla morte di un giovane combattente, Calvino chiese a un amico di presentarlo al Partito Comunista Italiano e si arruolò assieme al fratello Floriano. Insieme combatterono per venti mesi in uno dei più aspri scontri tra partigiani e nazifascisti.

Nel 1946 cominciò a collaborare con la casa editrice Einaudi, vendendo libri a rate. Grazie all’insistenza di Cesare Pavese e del critico Giansiro Ferrata, iniziò la stesura di “Il sentiero dei nidi di ragno” un percorso nel suo periodo bellico e nel mondo partigiano che concluderà a dicembre dello stesso anno.

Successivamente Calvino iniziò a occuparsi dell’ufficio stampa e della pubblicità per Einaudi, lavoro che gli permise di stringere legami di amicizia e di confronto intellettuale con grandi nomi dell’epoca come Pavese, Vittorini e Ginzburg.

Nel 1948 però, lasciò temporaneamente la casa editrice per lavorare con l”’Unità Torinese” come redattore della terza pagina nonché col settimanale comunista “Rinascita”. Tornò a Einaudi solo nel 1949 con la quale pubblicò la raccolta “Ultimo viene il corvo”, ma non il romanzo “il Bianco Veliero”, stroncato da un giudizio negativo di Vittorini. Un anno dopo venne assunto da Einaudi in pianta stabile per la quale si occupò dell’ufficio stampa e diresse la parte letteraria della nuova collana “Piccola Biblioteca Scientifico-Letteraria”.

Nel 1951 scrisse il romanzo “I giovani del Po” che verrà pubblicato nella rivista “Officina” solo tra il 1957 e il 1958.

Nel 1955 venne nominato dirigente dell’Einaudi. Lo stesso anno pubblicò su “Paragone Letteratura” il primo di una serie di saggi atti a definire la sua idea di letteratura, saggio dal titolo “Il midollo del leone”.

Nel 1956 Calvino pubblicò “Le Fiabe italiane” che ne affermano l’immagine di favolista. Il ’56 però fu fondamentale per lo scrittore per via del distacco dal PCI a causa dei fatti di Ungheria. Ciò lo portò alla progressiva rinuncia a un diretto impegno politico.

In quel periodo comunque, la sua creatività si fece sempre più feconda. Non si contano infatti le sue collaborazioni su riviste nonché la stesura di romanzi, racconti, canzoni o libretti per opere musicali d’avanguardia. In quegli anni scrisse anche “Il visconte dimezzato”, “il barone rampante”, “il cavaliere inesistente” e “Marcovaldo”.

Alla fine degli anni Cinquanta visse per circa sei mesi negli Stati Uniti, periodo coincidente con la pubblicazione della trilogia “Nostri antenati” e del saggio “il mare della longevità” sulla rivista “Menabò”.

Nel 1961 invece lasciò la dirigenza dell’Einaudi per la quale però continuò a lavorare come consulente editoriale. Fu però nel 1964 che avvenne la svolta fondamentale della sua vita.

Si sposò infatti con un’argentina e si trasferì a Parigi continuando a distanza la collaborazione con Einaudi. L’anno dopo nacque Giovannea, la sua prima figlia, che gli infuse un profondo senso di personale rinascita.

Nel frattempo uscì il volume “Le Cosmicomiche” a cui seguì nel 1967 “Ti con zero” nel quale emerse la sua passione giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche.

Anche gli anni Settanta furono ricchi di collaborazioni giornalistiche e scritti, ma soprattutto di premi. Due anni dopo aver rifiutato il premio Viareggio per “Ti con zero”, accettò nuomerosi premi tra i quali il premio Asti, il premio Feltrinelli e quello dell’accademia dei Lincei. Importante fu anche l’impegno nella direzione della collana Einaudi “Centopagine”, nella quale vennero pubblicati non solo i classici europei a lui più cari, ma anche svariati scrittori minori italiani fra ‘800 e ‘900.

Nel frattempo venne ultimata la villa di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia, nella quale Calvino trascorse tutte le sue estati.

Nel 1974 iniziò a scrivere per il “Corriere della sera” racconti, articoli e resoconti di viaggio. Scrisse inoltre per la serie radiofonica “Le interviste impossibili”, “i dialoghi di Montezuma” e “L’uomo di Neanderthal.”

Nel 1976 tenne inoltre numerose conferenze in alcune università degli Stati Uniti e fece due viaggi in Messico e in giappone che gli diedero spunti per alcuni articoli poi ripresi in “Collezioni di sabbia”.

Nel 1980 si trasferì a Roma in piazza Campo Marzio, vicino al Panthen. L’anno successivo ricevette la Legion d’onore e curò l’ampia raccolta di scritti di Queneau “Segni, cifre e lettere”.

Nel 1982 la sua opera “La vera storia”, scritta insieme al compositore Luciano Berio, venne rappresentata alla Scala di Milano mentre nel 1984 venne nominato per un mese “directeur d’ètudes” all’Ecole des Hautes Etudes. A gennaio lesse in inglese alla New York University la conferenza “mondo scritto e mondo non scritto” e nello stesso anno, a causa della crisi aziendale dell’Einaudi, passò alla Garzanti nella quale uscirono “collezione di sabbia” e “Cosmicomiche vecchie e nuove”. Compì inoltre viaggi in Argentina e a Siviglia dove partecipò a un convegno sulla letteratura fantastica.

Nel 1985 ricevette l’incarico di tenere delle conferenze ad Harvard per le quali perparò le celebri “Lezioni americane” edite postume solo nel 1988. Sempre nel 1985 tradusse “La canzone del polistirene” di Queneau e lavorò, durante l’estate a un ciclo di sei conferenze. Mentre si trovava a Castiglione della Pescaia però, venne colto da un ictus a seguito del quale fu ricoverato all’ospedale Santa Maria della Scala di Siena.

Morì all’età di 61 anni, il 19 settembre del 1985 per un’emmorragia celebrale.