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Riciclaggio, indagato neodeputato 21enne Luigi Genovese

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Luigi Genovese, neodeputato del Parlamento regionale siciliano, e suo padre Francantonio sono indagati per riciclaggio. Maxi sequestro della guardia di finanza.

Indagato per riciclaggio Luigi Genovese, neodeputato del Parlamento regionale siciliano a soli 21 anni. Si tratta del quarto deputato dell’ARS a finire sotto inchiesta. Con Luigi Genovese, è indagato anche il padre Francantonio, già condannato in primo grado a 11 anni e la zia Rosalia. La guardia di finanza ha sequestrato società di capitali, conti correnti, beni e azioni abbinati a questa famiglia per un totale che supera i 100 milioni di euro. Secondo gli inquirenti, Luigi Genovese avrebbe avuto un ruolo focale nelle operazioni societarie compiute dal padre Francantonio.

Riciclaggio Luigi Genovese

Luigi Genovese, un ‘normale’ studente 21enne appena giunto all’Ars con Forza Italia, è sotto indagine per riciclaggio nell’ambito di una inchiesta della Procura messinese. Assieme a lui, è indagato anche il padre Francantonio, già condannato a 11 anni. La guardia di finanza del Comando Provinciale di Messina ha eseguito, poche ore fa, un grosso sequestro di beni mobili e immobili riconducibili a Luigi Genovese e a suo padre.
Secondo le indagini, Francantonio Genovese, in seguito alla condanna subita, avrebbe intestato sopra conti esteri parte dei suoi beni a Luigi.

Gli agenti stanno eseguendo il sequestro di società di capitali, conti correnti, beni mobili ed immobili, ed azioni riconducibili anche ad altri membri della famiglia. Le indagini hanno inizialmente consentito di scovare fondi esteri per una cifra pari ad oltre 16 milioni di euro. Tutto questo denaro era schermato da una polizza accesa attraverso un conto svizzero presso Credit Suisse Bermuda. Luigi Genovese sarebbe stato quindi una pedina determinante nelle operazioni societarie eseguite dal padre per commettere un riciclaggio di circa 30 milioni.

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Riciclaggio Francantonio Genovese

i Genovese, secondo i finanzieri, avrebbero utilizzato la cosiddetta ‘tecnica dell’altalena’. Francantonio Genovese ha rinunciato a tutto il patrimonio finanziario, immobiliare e mobiliare a lui riconducibile, utilizzando la società schermo GE.FIN. s.r.l. (ora L&A Group s.r.l.) e Ge.Pa. s.r.l., di cui le quote sociali detenute erano del 99% ed il 45%, trasferendolo al figlio Luigi.

È stata deliberata la diminuzione del capitale sociale delle società, al di sotto del limite fissato dalla legge. Questo per far fronte alle perdite innescate dagli stessi indagati. In seguito è stato disposto il ripianamento delle società, grazie ad un ulteriore versamento a carico dei soci. Qui, invece di provvedere in prima persona nonostante ne avesse le possibilità economiche, Francantonio Genovese ha rinunciato alla qualità di socio, permettendo così l’ingresso in società di Luigi, privo di risorse economiche proprie.

Così, Francantonio Genovese è riuscito a vanificare gli effetti del pignoramento sulle sue quote, che era stato eseguito da Riscossione Sicilia. L’uomo ha infatti partecipato come custode delle quote alle assemblee, dove si è deciso di abbassare a zero il valore delle proprie azioni, e di consentire al figlio di subentrare nella titolarità piena della società eludendo il pignoramento. Le finalità illecite delle condotte sono state provate dal fatto che Luigi Genovese ha versato la propria quota di capitale con denaro ricevuto tramite bonifico dal padre, nei giorni subito precedenti alle operazioni.