> > Covid, 52enne ricoverata si strappa l'ossigeno, cade e muore: aperta un'indagine

Covid, 52enne ricoverata si strappa l'ossigeno, cade e muore: aperta un'indagine

Terapia Intensiva

Una donna ricoverata in ospedale per Covid si è strappata l'ossigeno, è caduta dal letto ed è morta. Si indaga sul ritardo dei soccorsi.

Brigida Ranno, 52 anni, dipendente di una ditta addetta alla preparazione dei pasti nelle mense scolastiche, è morta lo scorso 10 marzo all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, dove era stata trasferita dal Gradenigo di Torino dopo l’aggravamento delle sue condizioni a causa del Covid. Si indaga per omicidio colposo.

Ricoverata per Covid, si è strappata l’ossigeno

L’ipotesi di reato su cui la Procura di Vercelli ha iscritto nel registro degli indagati 26 persone per la morte di Brigida Ranno è omicidio colposo. Secondo quanto emerso dalle indagini, riguardanti il personale medico, infermieristico e gli altri soggetti esterni all’ospedale, la donna, che era ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva con una polmonite bilaterale causata dal Covid-19 e intubata, si è improvvisamente svegliata dalla sedazione. Probabilmente era stordita e sottos shock, per cui si è subito strappata il tubo che le permetteva di respirare, poi è caduta dal letto e dopo poco è morta. L’incidente è stato ripreso dalla telecamera installata nella stanza dell’ospedale in cui era ricoverata.

Il video è stato acquisito dalla Procura e mostra tutta la sequenza avvenuta prima del decesso. La donna di 52 anni si è svegliata improvvisamente, si è strappata il tubo dell’ossigeno e poi è caduta sul pavimento. Gli inquirenti sono particolarmente interessati ai movimenti successivi. Si sono subito attivati gli allarmi, è entrata un’infermiera, ha guardato i macchinari ma ha completamente ignorato la donna per terra, uscendo senza soccorrerla. Poco dopo è rientrata con altre persone, che indossavano i dispositivi di protezione. Questi hanno nuovamente guardato i monitor e dopo alcuni minuti hanno iniziato le manovre per cercare di rianimare la paziente, quando ormai era troppo tardi. La Procura dovrà chiarire per quale motivo il caso non sia stato trattato tempestivamente, come avrebbe richiesto l’emergenza, ma con un ritardo che potrebbe essere stato fatale per la donna.