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Riflessioni sulla commemorazione della Val di Stava

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Un gesto simbolico che invita alla riflessione sulla memoria e sulla sicurezza ambientale.

Diciamoci la verità: la commemorazione di eventi tragici spesso si riduce a un semplice atto formale. Eppure, la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al cimitero monumentale di San Leonardo, in occasione del 40esimo anniversario della catastrofe della Val di Stava, porta con sé un messaggio che va ben oltre il rito.

La presenza del Capo dello Stato, con un vistoso cerotto bianco sulla testa, non è solo un gesto di vicinanza ai familiari delle vittime; è anche un momento di profonda riflessione su quanto accaduto e su cosa possiamo realmente imparare da questo dramma.

Un evento che ha segnato la storia

Nel 1985, la Val di Stava fu teatro di una delle più gravi tragedie del nostro Paese. Una frana, causata dallo sversamento di fanghi tossici, portò via la vita a 268 persone. Senza dubbio, questo disastro ha segnato non solo le vite delle famiglie coinvolte, ma ha anche lasciato un segno indelebile nella coscienza collettiva italiana. Ogni anno, il ricordo di quella giornata viene rinnovato, ma quanto realmente ne parliamo? La realtà è meno politically correct: troppo spesso, questi eventi vengono relegati a un angolo della memoria, mentre i problemi di sicurezza ambientale continuano a essere ignorati.

Le statistiche parlano chiaro: l’Italia è un paese ad alto rischio idrogeologico. Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, il 91% dei comuni italiani è esposto a frane e alluvioni. È evidente che non possiamo semplicemente commemorare senza affrontare le problematiche strutturali che ci portano a vivere situazioni simili. La visita di Mattarella è un’occasione preziosa per riaccendere l’attenzione su questo tema cruciale, per fare in modo che non diventi un mero ricordo.

Il ruolo della memoria nella prevenzione

La commemorazione non è solo un modo per onorare le vittime; deve diventare un appello alla responsabilità, un invito a non ripetere gli errori del passato. So che non è popolare dirlo, ma spesso ci dimentichiamo che la politica e la gestione del territorio non possono essere disgiunte dalla memoria storica. La visita del presidente, quindi, non è solo simbolica: è un richiamo a tutti noi per considerare seriamente la sicurezza ambientale come una priorità, non come un argomento da relegare ai margini del dibattito pubblico.

Le autorità devono fare di più, e noi cittadini abbiamo il dovere di chiedere maggiore attenzione e investimenti in infrastrutture sicure. Non possiamo permettere che la memoria di chi ha perso la vita diventi solo una data sul calendario da ricordare. Ogni anno, il 19 luglio, non dovrebbe essere solo un momento di silenzio, ma un grido di allerta per chi ci governa. È tempo di trasformare il ricordo in azione.

Conclusioni e invito alla riflessione

Il re è nudo, e ve lo dico io: le commemorazioni, per quanto importanti, non bastano se non accompagnate da azioni concrete. La visita di Mattarella al cimitero di San Leonardo deve spronarci a ripensare il nostro approccio alla sicurezza ambientale e alla gestione del territorio. Dobbiamo smettere di relegare il passato a un mero ricordo e iniziare a costruire un futuro più sicuro per tutti.

In conclusione, vi invito a riflettere su quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria di eventi come quello della Val di Stava, ma con un occhio critico e proattivo. Non possiamo permettere che tragedie simili si ripetano. La storia deve insegnarci, non solo essere ricordata. E tu, cosa ne pensi? È davvero sufficiente ricordare, o è tempo di agire?