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Riforma del Mes, la Corte costituzionale tedesca boccia il ricorso del Fdp: via libera alla ratifica

riforma del mes

Dopo aver respinto il ricorso presentato dal Fdp, la Corte costituzionale tedesca ha di fatto confermato il via libera riforma del Mes.

Via libera alla riforma del Mes: l’Alta Corte tedesca ha respinto il ricorso presentato dal Fdp. La Germania è pronta ad andare verso la ratifica.

Riforma del Mes, la Corte costituzionale tedesca boccia il ricorso del Fdp

Il ricorso di costituzionalità presentato contro l’approvazione dell’Accordo del 27 gennaio 2021 con il quale viene modificato il Trattato che regola il Meccanismo europeo di stabilità, ossia il Fondo Salva-Stati, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale tedesca. Si procederà, quindi, con la ratifica della Germania rispetto alla riforma del trattato del MES.

Al momento, manca solo l’Italia all’appello tra i 19 Paesi membri dell’Unione europea. La Penisola, con il Governo Draghi, si era impegnata a stilare un nuovo trattato. Impegno che è stato confermato dal ministro dell’Economia del Governo Meloni, Giancarlo Giorgietti. Lo stesso ministro, tuttavia, ha anche spiegato di voler aspettare la sentenza di Berlino prima di procedere.

Per quanto riguarda l’Italia, durante la precedente legislatura, Fratelli d’Italia e Lega avevano votato contro la riforma. Di conseguenza, non è così scontato che la nuova maggioranza di centrodestra abbia realmente intenzione di andare avanti con il progetto.

Via libera alla ratifica

Il ricorso bocciato dalla Corte costituzionale era stato depositato da sette deputati del Partito liberaldemocratico (Fdp) al Bundestag, il Parlamento tedesco. A proposito del ricorso, la Corte costituzionale ha dichiarato: “I denuncianti sostengono che fosse necessaria una maggioranza dei due terzi perché la procedura d’urgenza stabilita dall’Accordo che modifica il Trattato Mes nell’ambito del sostegno comune comporterebbe un trasferimento di poteri sovrani e perché la modifica comporta una modifica de facto del quadro normativo dell’Unione europea in modo strutturalmente significativo”.

In merito alla questione, la Corte ha anche diramato una nota nella quale si legge: “La censura costituzionale è inammissibile, in quanto i ricorrenti non hanno sufficientemente dimostrato e sostanziato la possibilità che tali atti violino il loro diritto all’autodeterminazione democratica. Non sono riusciti a dimostrare che uno degli accordi di modifica potrebbe portare a un trasferimento di poteri sovrani al Mes o all’Unione europea o che un cambiamento (de facto) del quadro dell’agenda di integrazione dell’Ue che potrebbe violare il loro diritti”.