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Riforma pensioni 2018, Corte dei conti: "Legge Fornero perfetta"

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Brutte notizie in arrivo per tutti quei lavoratori che da mesi e da anni stanno lottando e protestando contro il sistema delle pensioni in Italia.

Potrebbe essere stata posta la pietra tombale per quanto riguarda la riforma sulle pensioni del 2018. Dalla Corte dei Conti e da Bankitalia sono arrivati degli inviti a non fare passi indietro per quanto riguarda la legge Fornero. Dunque cattive notizie per tutti quei lavoratori che protestano da mesi e addirittura anni contro il sistema pensionistico italiano. L’impianto di questo sistema deve restare lo stesso previsto dall’ex Ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Pensioni, brutte notizie per i lavoratori

Brutte notizie in arrivo per tutti quei lavoratori che da mesi e da anni stanno lottando e protestando contro il sistema pensionistico italiano. Dalla Corte dei Conti e da Bankitalia, infatti, è arrivato l’invito a non fare un passo indietro per quanto riguarda la riforma Fornero.

Dunque tutto l’impianto alla base del sistema pensionistico deve restare lo stesso previsto dall’ex Ministro del lavoro, Elsa Fornero. Dunque appare inevitabile l’esito negativo del confronto sulla Fase 2 delle pensioni fra governo e sindacati. Un confronto che ha tenuto banco nel corso di tutta l’estate.

L’invito della Corte dei Conti

L’invito a non arretrare sulla riforma Fornero, come anticipato in precedenza, arriva direttamente dalla Corte dei Conti e da Bankitalia. Secondo quanto dichiarato dal Presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci, qualsiasi tipo di arretramento sulla riforma pensioni della Fornero potrebbe provocare delle gravi conseguenze sulla sostenibilità della finanza pubblica in generale.

Lo stesso avviso è stato lanciato quasi contemporaneamente da parte del vice direttore di Bankitalia, Pierluigi Federico Signorini, il quale cita proiezioni future della spesa pensionistica, secondo cui nel 2040 si arriverà a spendere il 18,4 per cento del pil.

La riforma Fornero significa anche adeguamento dell’età pensionabile automatico legato all’aspettativa di vita. Tenere in piedi lo stesso impianto pensionistico porterebbe come conseguenza il rialzo dell’età per andare in pensione a partire dal 1° gennaio 2019, quando occorreranno 67 anni.

Nessun passo indietro

Dunque la parola d’ordine è che non si può fare più un passo indietro. E dunque il pacchetto previdenziale che era stato promosso con la Legge di Stabilità lo scorso anno rischia di essere solamente una eccezione.

Nel confronto tra il governo e i sindacati non c’era soltanto il blocco delle aspettative di vita. Ma anche lo studio di una pensione per i più giovani l’allargamento della platea dei beneficiari dell’Ape social, ovvero l’anticipo pensionistico agevolato, le cui spese sono interamente a carico dello Stato.

Un’altra misura che si stava valutando era quello che riguarda l’Ape donna, ovvero la pensione anticipata per le donne. Questa proposta è stata inserita pure all’interno del documento che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato da pochi giorni al governo.

Restano ancora in bilico le questioni riguardanti la quota 41 dei lavoratori precoci, l’eventuale nona salvaguardia per gli esodati e la proroga di Opzione Donna al 2018. Tutto questo a pochi mesi dalle elezioni politiche, che dunque dovranno affrontare tutti questi problemi legati ad un argomento delicato come quello delle pensioni.