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Riforma pensioni Elsa Fornero: necessaria secondo l'ex ministro

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Riforma pensioni: “Se si vive di più è giusto lavorare di più”. Lo ha detto l'ex ministro Elsa Fornero.

Se si vive di più è giusto lavorare di più”. Sono queste le parole dell’ex ministro alle Pari Opportunità, Elsa Fornero, che torna a fare parlare di sé dopo essere stata accusata di essere la responsabile dell’attuale situazione nella quale versano milioni di pensionati italiani. È di ieri la notizia confermata dall’ISTAT che il governo si adeguerà alla riforma pensioni Fornero, la quale prevede un aumento dell’età legale di pensionamento.

Riforma pensioni

Come conferma l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), per gli italiani che hanno 65 anni, l’aspettativa di vita è cresciuta di circa cinque mesi rispetto al 2013.

La principale conseguenza, quella che per altro sta facendo molto discutere, è che dal primo gennaio 2019 l’età di pensione legale, ossia l’età nella quale si andrà in pensione salvo se in possesso di altri requisiti, salirà a 67 anni. L’età pensionabile è stata, quindi, alzata di cinque mesi.

Ad aumentare non è solo l’età di pensione legale, ma si innalzerà anche l’età di pensione anticipata, quella che è possibile ottenere a qualsiasi età a condizione che il lavoratore abbia versato un certo numero di anni di contributi.

L’aumento dell’età di pensione legale e quelle dell’età di pensione anticipata è, sostanzialmente, il risultato diversi macro fattori. Il primo riguarda propio la riforma pensioni Fornero, che impone tassativamente un adeguamento dell’età pensionabile a quella che è l’aspettativa di vita, oltre alle stime pubblicate dall’ISTAT e, non da ultima, la decisione del governo di non intervenire per bloccare l’aumento dell’età pensionabile.

L’aumento della speranza di vita centra perfettametne le previsioni e, proprio per questo motivo, è stato deciso dal governo che si dovrà arrivare ai 67 anni per andare in pensione.

Fino a qualche giorno fa erano in molti a sperare che il governo decidesse di non adeguarsi alla riforma pensioni Fornero, non attuando un’equivalenza, in particolar modo se tenuta conto la diminuzione che si è registrata nel 2015.

A far discutere molto e a suscitare la rabbia dei lavoratori e dei sindacati sono proprio le parole dell’ex ministro, Elsa Fornero, che dice: “Nessuna riforma nasce perfetta e io ricordo che noi fummo costretti a vararla in 20 giorni. Se c’era la necessità di cambiare qualcosa, dopo cinque o sei anni le cose potevano essere aggiustate. Noi non avevamo previsto la pensione a 67 anni semplicemente abbiamo dato attuazione ad una legge che era stata introdotta dal governo Berlusconi e dunque con i ministro Tremonti e Sacconi e che dice in modo semplice: se si vive di più, si lavora di più”.

Riforma pensioni: le reazioni

Le prime reazioni vengono proprio dai sindacati i quali affermano che è indispensabile “fermare la follia di un automatismo perverso che porta a peggiorare periodicamente l’età pensonabile dei lavoratori”. I dati dell’ISTAT, secondo la leader della Cgil, Susanna Camusso, che attesterebbero il fatto che dopo un periodo di calo dell’aspettativa di vita, un aumento di cinque mesi “confermano l’urgenza di fermarsi un attimo e riconsiderare in maniera onesta un meccanismo scorretto e penalizzante“.

Le parole della Fornero hanno scatenato le reazioni anche di coloro che si sono sentiti chiamare in causa, ossia coloro che facevano parte del governo Berlusconi, i quali ricordano che l’ipotesi di riforma di Tremonti parlare di un’età pensionabile di 62 anni, mentre oggi, come tutti sappiamo, siamo arrivati fino ad un’età di 67 anni.

Si tratta di cinque lunghi anni di lavoro in più difficilmente giustificabili se non attraverso il discorso, già criticato da molti, dell’allungamento di vita.