> > Ritardi Pnrr, Fitto: "Siamo al governo da 4 mesi, non da 4 anni"

Ritardi Pnrr, Fitto: "Siamo al governo da 4 mesi, non da 4 anni"

Ritardi Pnnr, colpa di Meloni o Draghi?

Indirettamente chiamato in causa sui ritardi del Pnrr da risposto ufficialmenteparte dell'esecutivo, Draghi non ha ancora

I ritardi del Pnrr sono da attribuire al governo Meloni o al Governo precedente presieduto da Draghi? Per ora l’ex banchiere non risponde alle accuse velate che arrivano dall’esecutivo attuale

Ritardi Pnrr, la bacchetta dell’UE

I fondi del Piano nazionale di resistenza e resilienza erogati dall’Ue solo a condizione che l’Italia rispetti la tabella di marcia che ha concordato con la Commissione europea, sono uno dei punti centrali per lo sviluppo economico italiano. La bacchettata della Commissione Europea con un altro mese di stop alla rata per l’Italia, ha sollevato un polverone di accuse sulle responsabilità dei ritardi che vengono attribuiti al nostro Paese.

Le velate accuse all’ex governo Draghi

Sono molte le variabili da prendere in considerazione, alcune anche molto tecniche. Di sicuro c’è che al momento Draghi non ha voluto rispondere a quelli che sembrano attacchi più o meno velati al suo precedente governo in merito a questi ritardi di attuazione.

La dichiarazione di Fitto

Come l’ultima dichiarazione del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto – fedelissimo della Premier Meloni- che intervenendo in diretta al XIX congresso nazionale Ali in corso a Pisa a proposito e delle polemiche sui ritardi nella realizzazione degli obiettivi ha affermato:

“Stiamo lavorando di concerto con la Commissione europea, altri paesi hanno avuto sulla verifica del raggiungimento degli obiettivi delle proroghe concordate di uno o due mesi. Noi siamo al governo da quattro mesi e non da quattro anni, non lo dico per fare polemica… Dobbiamo dire le cose come stanno”.

La presunta telefonata tra Meloni e Draghi

Da quanto riporta La Repubblica – notizia non confermata e non smentita dai diretti interessati – alcuni giorni fa Giorgia Meloni avrebbe chiamato Draghi, per riferirgli che non è lui il bersaglio di certe dichiarazioni ma l’Europa che, secondo la sua opinione, è ostile ai ‘sovranisti’ mentre era meno rigida con il governo precedente.

“Se Draghi dovesse seccarsi …”

Difficile interpretare il pensiero dell’ex Premier, anche se di recente Bruno Tabacci, sottosegretario a Palazzo Chigi con l’ex banchiere, ha lasciato intendere qualcosa : “Io so solo che Draghi ha lasciato le cose in ordine. Ha promosso una transizione leale e ordinata. E loro adesso lo tirano in ballo. Difficile succeda, ma se Draghi dovesse seccarsi per davvero, ne vedremmo delle belle”.

e opposizioni hanno chiesto al governo di riferire in Aula.

Le opposizioni chiedono di riferire in Aula

Intanto la nuova capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga ha chiesto un’informativa urgente del ministro Fitto, sui “presunti ritardi del Pnrr e su quali siano state le modifiche apportate. Il rischio è di perdere importanti risorse quindi la discussione va fatta in Parlamento, in modo trasparente”