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Ritorno a scuola, aumentano gli appelli per la didattica a distanza

scuola didattica a distanza

A poche ore dall'apertura delle scuole, aumenta la richiesta della didattica a distanza. La situazione fino ad adesso.

Manca pochissimo al rientro a scuola per gli studenti di diverse regioni di italiane, eppure non si placano le richieste di chi chiede che il ritorno in classe venga ritardato preferendo soluzioni come la didattica a distanza, richieste quindi che vanno ad unirsi al “braccio di ferro” tra Campania e Governo.

Scuola didattica a distanza, sul caso “Campania” il Governo non torna indietro

Proprio per ciò che riguarda il “caso Campania” scoppiato dopo che il presidente di Regione De Luca ha deciso di firmare l’ordinanza, il Governo ha deciso di non arretrare. Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sentito da Sky Tg24, ha ribadito ancora una volta l’importanza di ritornare a scuola in presenza, un segnale questo inviato in più occasioni in queste ultime settimane: “Abbiamo affermato il principio importante di avere una scuola in presenza, ma abbiamo regolato anche la possibilità, per casi specifici e mirati, di un uso della didattica a distanza, per un tempo limitato”.

Scuola didattica a distanza, la Sicilia posticipa il ritorno in classe di tre giorni

Se il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca ha già ritardato il ritorno in classe di circa un mese, anche la Sicilia ha iniziato a percorrere questa strada rimandando a giovedì 13 gennaio l’apertura dei cancelli scolastici.

Tale decisione, riporta una nota della Regione Sicilia, è stata presa a seguito della riunione della task force regionale alla quale hanno preso parte il presidente di Anci Leoluca Orlando, l’assessore alla sanità Ruggero Razza oltre che i vari esponenti della scuola. A tale proposito il Governatore Nello Musumeci è stato molto chiaro al riguardo: “Al termine della riunione della task-force per la scuola, registro la unanime posizione di rettori, dirigenti scolastici, rappresentanti sindacali e delle associazioni familiari, che ci chiedono di farci interpreti presso il governo nazionale della necessità di rivedere la attuale posizione sulla possibile scelta della didattica a distanza come strumento di accompagnamento temporaneo verso la piena didattica in presenza. Lo abbiamo già fatto nei giorni scorsi e fino a ieri sera. Frattanto, la sensibilità che è stata evidenziata anche dai sindaci della Sicilia, non può lasciarci immobili, ma non possiamo neppure alimentare un inutile conflitto con il governo centrale che ha già annunciato di volere impugnare decisioni in contrasto con la legislazione vigente”.

Scuola didattica a distanza, i presidi: “Siamo preoccupati dei dati”

Non meno morbido è il parere di Cristina Costarelli, presidente dell’associazione nazionale presidi che, in un intervento ad Adnkronos ha affermato: “Siamo preoccupati dei dati. […] avremo circa 17.500 studenti assenti perché positivi al Covid. Il trend di contagi che abbiamo riscontrato è tale che entro pochi giorni dal rientro metà delle classi saranno in quarantena”.

Scuola didattica a distanza, la nota del Miur

Nel frattempo lo stesso Miur ha trasmesso un documento nel quale viene ancora una volta fatto il punto sul nuovo decreto covid e sui provvedimenti che sono stati messi in atto. In particolare, si legge dal documento, vengono approfonditi “alcuni aspetti che sono stati oggetto di quesiti dopo l’approvazione del decreto legge. In particolare, nel documento si specifica che, nella scuola secondaria di I e II grado, quando si registrano due casi di positività in una stessa classe i requisiti per poter frequentare in presenza, durante il regime di autosorveglianza, devono essere dimostrati dell’alunno interessato alla scuola di appartenenza. Il decreto prevede, infatti, che, con due casi di positività nella stessa classe, coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che sono guariti da meno di 120 giorni, che hanno fatto la dose di richiamo, possono frequentare in presenza, in regime di autosorveglianza. La norma di legge, dunque, in questo specifico caso autorizza le scuole a prendere visione della situazione vaccinale degli studenti, senza che ciò comporti una violazione della privacy”.