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Roberto Maroni: chi era il braccio destro di Umberto Bossi

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Morto Roberto Maroni, il braccio destro di Umberto Bossi a partire dalla fondazione della Lega: curiosità sulla vita e sulla carriera

Politica. Musica. Lega. Potrebbe essere questo il bignami della vita e della carriera politica di Roberto Maroni, morto stanotte all’età di 67 anni. Ma chi era realmente il braccio destro di Umberto Bossi?

Curiosità sulla sua persona

Rito ambrosiano a colazione, pranzo e cena. Gli ha dedicato anche un saggio, dato che dopo la scoperta della malattia Maroni ha dedicato molto tempo alla scrittura di libri e di riflessioni. Sfacciatamente innamorato del Nord e della sua gente, non ha mai voluto prendere troppa confidenza neanche con il mondo capitolino, con cui ha sempre mantenuto un sobrio distacco.

La carriera: tra il Nord e la Destra

Muove i primi passi in politica all’interno della Democrazia proletaria e nel 1992 diventa assessore della prima giunta leghista del suo capoluogo. Bossiano praticamente da sempre, aveva appoggiato Umberto nel 1982 durante la fondazione della Lega Lombarda. Nel 1994 rientra per un breve periodo in uno dei primissimi governi di Silvio Berlusconi. Durò poco. Nel 1996 decide di aderire alla secessione leghista e se ne distacca. Va avanti nel Centro Destra con la Lega Nord e dal 2001 al 2006 fu ministro del Welfare. Come ministro dell’Interno, dal 2008 al 2011, varò alcuni decreti di sicurezza, tra i quali l’introduzione del reato di atti persecutori (stalking). Dopo la dimissione di Bossi, nel 2012, da segretario del movimento leghista – fu costretto a dimettersi in seguito allo scandalo dell’ex tesoriere Belsito –, fu Maroni a prendere in mano la guida del partito nel ruolo di segretario. Nel 2013 vinse le elezioni in Lombardia con il Centro Destra e fu eletto presidente regionale, per poi dimettersi (all’incirca a distanza di un anno) e lasciare spazio a Matteo Salvini.