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Robinho, la Corte di Cassazione conferma la condanna a 9 anni di carcere per violenza sessuale

Robinho condanna

La Corte di Cassazione ha confermato la pena a 9 anni di carcere all'ex calciatore Robinho per violenza sessuale di gruppo.

Per l’ex calciatore brasiliano Robinho è arrivata la condanna definitiva. La Corte di Cassazione ha confermato la pena a 9 anni di carcere per stupro ai danni di una giovane che, all’epoca dei fatti, aveva 23 anni. La stessa pena è stata inflitta anche all’amico Ricardo Falco. La vicenda risale al 2013.

Robinho condanna, le telefonate sono state decisive

Stando a quanto si legge dalla Gazzetta dello Sport, una serie di telefonate si sono rivelate fondamentali. Nella fattispecie si tratta di conversazioni nelle quali l’ex calciatore commentava quanto commesso nei confronti dalla ragazza: “Sto ridendo perché non mi interessa, la donna era ubriaca, non sa nemmeno cosa sia successo”. Stando a quanto emerse dalle indagini Robinho avrebbe portato la giovane a bere in modo tale da farle perdere coscienza. Sarebbe quindi stata stuprata senza che quest’ultima potesse opporsi o difendersi. Nel 2020, a seguito della pubblicazione delle intercettazioni, Robinho aveva perso il posto in squadra nel Santos ed era stato messo fuori rosa.

Robinho condanna, l’avvocato Jacopo Gnocchi: “Siamo soddisfatti perché la giustizia ha fatto il suo corso”

Nel frattempo, si legge da ANSA, l’avvocato della parte civile Jacopo Gnocchi commentando la sentenza della Cassazione ha affermato: “Siamo soddisfatti perché la giustizia ha fatto il suo corso […] Il problema adesso diventa anche politico visto che i due condannati si trovano in Brasile da tempo”.

Robinho condanna, cosa succede ora

Ad ogni modo con la conferma da parte della Cassazione si presenta una problema non indifferente. Stando a quanto prevede la Costituzione brasiliana, non è consentita l’estradizione dei cittadini nei Paesi in cui questi ultimi hanno commesso un reato. L’Italia d’altro canto potrebbe emettere un mandato d’arresto internazionale o rivolgersi alla Corte superiore di Giustizia brasiliana chiedendo che la pena venga scontata in patria.