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Roma-Barcellona: traffico di droga scoperto dai carabinieri. 21 arresti

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Maxi operazione dei carabinieri contro il traffico di droga: 21 arresti tra Ostia, Roma e Barcellona. Sequestrati 700 kg di stupefacenti. Legami col clan Spada

La quiete dell’alba è stata rotta dal rumore degli elicotteri questa mattina a Ostia. I carabinieri, infatti, stanno svolgendo una maxi operazione tra il litorale romano, la Capitale e Barcellona, in Spagna, per eseguire 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone accusate di traffico internazionale di droga. L’operazione, denominata “Critical”, è portata avanti dai militari del Gruppo di Ostia. I provvedimenti di custodia sono stati emessi dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) capitolina.

Oltre agli arresti anche sequestri di droga e beni mobili e immobili

Insieme ai fermi, i militari dell’Arma stanno procedendo anche al sequestro di beni e stupefacenti. Dall’inizio delle indagini e fino a questo momento, i carabinieri hanno requisito circa 700 chilogrammi di droga tra hashish, marijuana e cocaina. Apposti i sigilli pure a diversi conti bancari e immobili per un valore complessivo che si aggira attorno al milione di euro. I militari hanno inoltre confiscato 5 pistole di vario calibro.

Dietro il traffico c’è il clan Spada

Le indagini dei carabinieri avrebbero permesso anche di sventare un agguato commissionato da alcuni componenti del clan Spada di Ostia, che controllerebbe il traffico di droga tra il litorale romano e la Spagna finito nel mirino dei militari dell’Arma. La famiglia malavitosa di origine zingara si contende con il clan dei Casamonica l’egemonia sulle attività illecite nella zona. La sua ascesa è iniziata nel 2011 e da allora il clan si è fatto rapidamente largo tra estorsioni, intimidazioni e atti di violenza senza precedenti. Tra cui torture spietate e raccapriccianti, come hanno svelato alcuni pentiti. I quali hanno addirittura raccontato di come gli Spada si servano di un loro affiliato che ha contratto il virus dell’HIV, il quale viene impiegato come “untore” al fine di punire quelli che non si rassegnano a sottostare al racket.