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Roma, bambini picchiati e maltrattati: in manette i gestori dell'asilo

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La polizia ha avviato degli accertamenti dai quali è emerso come nella struttura fossero frequenti i maltrattamenti.

Una terribile scoperta è stata fatta dai poliziotti della Polizia di Stato della Polaria. Hanno arrestato i proprietari di un asilo nido privato al Pigneto, che picchiavano e maltrattavano i bambini che lo frequentavano. Il nido era frequentato da 16 bambini di età compresa tra i cinque mesi ed i tre anni. Quando piangevano venivano picchiati e lanciati a terra, inoltre erano un costante bersaglio per insulti sia a sfondo sessuale che razzista.

Le indagini sono partite dalla denuncia dei genitori di una bambina di due anni, allarmati dal cambiamento del comportamento della bambina, che inoltre presentava dei lividi. Si sono rivolti subito al personale di Fiumicino per presentare una denuncia, evitando di riferire il tutto alla titolare dell’asilo, sposata con un poliziotto in servizio a Roma che è risultato completamente estraneo ai fatti. La polizia ha avviato degli accertamenti dai quali è emerso come nella struttura fossero frequenti i maltrattamenti, nel corso delle indagini sono state messe delle telecamere nell’asilo che hanno filmato il tutto. Dai successivi accertamenti è inoltre emerso che la struttura non aveva le necessarie autorizzazioni.

Ai poliziotti non è rimasto altro che mettere al corrente della situazione i genitori dei sedici bambini che frequentavano il nido. Ai genitori ed ai loro bambini stato assicurato un servizio di consulenza medico specialistico per l’assistenza post-traumatica.

Naturalmente i due fratelli proprietari del nido, un uomo di 30 anni e una donna di 40, dopo diversi mesi di indagine sono stati arrestati dagli gli agenti della Polaria di Fiumicino. I due fratelli sono stati portati presso le strutture carcerarie della capitale. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Roma, Claudia Alberti che ha disposto dei puntuali accertamenti che hanno consentito di offrire al Gip di Roma, dottoressa Passamonti, “un quadro accusatorio di rilevante gravità”.