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Roma: sulla panchina con gli amici, morsa da un ratto a Trastevere

morsa da un ratto

Un episodio che ha dell'incredibile, quello avvenuto nel pieno centro di Roma e che ha per protagonista una ragazza, Valentina Fatuzzo. La giovane di Monteverde si trovava su una panchina a Trastevere, in piazza San cosimato, insieme ad alcuni amici e stava scambiando qualche parole dopo essere stat...

Un episodio che ha dell’incredibile, quello avvenuto nel pieno centro di Roma e che ha per protagonista una ragazza, Valentina Fatuzzo. La giovane di Monteverde si trovava su una panchina a Trastevere, in piazza San cosimato, insieme ad alcuni amici e stava scambiando qualche parole dopo essere stata al cinema. Improvvisamente però ha sentito qualcosa che si stava arrampicando sulla sua gamba e, pochi istanti dopo, un morso. Istitntivamente ha mosso la gamba per cercare di capire cosa fosse e si è resa conto che attaccato al suo arto c’era un grosso ratto. Il racconto della giovane all’agenzia Aska è prodigo di dettagli: “Sento qualcosa che si arrampica sulla mia gamba e poi sento un morso. Ma non realizzo perché ho pochissimo tempo per rendermi conto che sono stata ‘assaggiata’ da un ratto. L’istinto è stato quello di muovere la gamba per liberarmi perché lui era ancora con me, agganciato”.

Poco dopo la giovane si è recata alla guardia medica di via Morosini per farsi visitare; i medici le hanno detto di prendere un antibiotico ad ampio spettro da prendere subito, per poi recarsi al centro antirabbico dell’università La Sapienza (in realtà trasferito al Policlinico Umberto I al Centro di igiene e malattie tropicali). Lo stress per la ragazza aumenta quando i farmacisti le spiegano che non si fa più l’antirabbica, bensì l’antitetanica associata ad una profilassi attiva, con la somministrazione di immunoglobuline; ma trattandosi di un farmaco ad alto rischio non glielo vogliono vendere.

A quel punto Valentina corre al pronto soccorso del San Giovanni e, non senza fatica, riesce a convincere la caposala a farsi iniettare 500 unità di antitetanica attiva, per scongiurare ogni rischio. “Sembra tutto difficilissimo – ha spiegato – è molto grottesco e surreale perché al di là dello stress psicologiconon c’è l’informazione dovuta, non c’è un supporto, un sostegno”.