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Ruqia Hassan, uccisa la giornalista anti Isis

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Alla fine l'hanno uccisa, Ruqia Hassan, la giornalista con lo hijab, quella che da Raqqa raccontava la vita del popolo nel cuore dello Stato Islamico. "Sono a Raqqa" raccontava tempo fa in uno dei suoi ultimi tweet, "e ho ricevuto minacce di morte, ma quando l'Isis mi arresterà e mi ucciderà ...

Alla fine l’hanno uccisa, Ruqia Hassan, la giornalista con lo hijab, quella che da Raqqa raccontava la vita del popolo nel cuore dello Stato Islamico.

“Sono a Raqqa” raccontava tempo fa in uno dei suoi ultimi tweet, “e ho ricevuto minacce di morte, ma quando l’Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà ok, perché loro mi taglieranno la testa e io ho la mia dignità. Meglio che vivere nell’umiliazione con l’Isis“. “Avanti” sfidava i miliziani, “tagliateci internet, i nostri piccioni viaggiatori non se ne lamenteranno”. A raccontare di lei in questi giorni è stato l’Independent, che ha ripreso le testimonianze di alcuni attivisti a loro volta pubblicate dall’agenzia di stampa Syria Direct. Scriveva, Ruqia, a volte sotto lo pseudonimo di Nisan Ibrahim, accusava l’Isis, senza timore, anzi con la certezza di percorrere la strada che l’avrebbe portata alla morte: era soltanto una questione di tempo.

L’esecuzione di Ruqia Hassan, secondo quanto riportato dai media, risalirebbe ad almeno tre mesi fa, e sarebbe stata confermata dagli stessi portavoce dell’Isis, che ne avrebbero confermata la sentenza di morte in quanto “spia”. La pagina Facebook di Ruqia risultava attiva fino a non più di una settimana fa, perché i miliziani ne avevano preso il controllo, nel tentativo di individuare chiunque avesse tentato di contattarla. Quanto e se siano riusciti nel loro intento, per il momento, non è noto.

Ruqia Hassan apparteneva al gruppo dei ribelli che hanno organizzato le prime rivolte contro il presidente Bashar Al Assad, quindi faceva parte della fazione anti governativa, quella opposta all’Isis tanto quanto al vecchio regime siriano. Consola, almeno in parte, come spesso succede in questi casi, il fatto che questa donna di appena 30 anni potrebbe trasformarsi in una di quelle persone temibili o scomode da vive tanto quanto imbattibili da morte. Chissà che ucciderla non possa per l’Isis, sempre così attento alla propaganda, rivelarsi un errore colossale.