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Russia, chi protesta contro la guerra viene licenziato: la storia di un insegnante

Russia contro guerra licenziato

Un giovane insegnante russo ha manifestato contro la guerra in Ucraina e ha perso il lavoro: è la storia riportata sui social da Kamran Manafly.

Non si fermano le devastazioni della guerra in Ucraina: Putin non sembra intenzionato a ritirarsi e gli orrori si susseguono. Aumentano i feriti, muoiono i bambini, troppi i civili vittime del conflitto. Continuano attacchi e bombardamenti, ma non si ferma neppure la strenua resistenza del popolo ucraino. In Russia sono tanti a opporsi alla guerra. Chi può ha lasciato il proprio Paese, per timore di ripercussioni. C’è chi combatte la paura e manifesta pubblicamente: lo testimonia il caso della giornalista che in diretta ha espresso la sua contrarietà al conflitto e chi pur di manifestare è disposto a perdere il lavoro.

Russia, protesta contro la guerra e viene licenziato: la storia di Kamran

Per Putin è in atto “un’operazione militare speciale”. In Ucraina continuano le distruzioni e aumentano i morti, ma le forze militari russe stanno subendo un duro colpo. La forte resistenza ucraina, infatti, sta indebolendo l’esercito di Putin. In Russia intanto, parlare di guerra significa rischiare il carcere. Così nelle piazze dilagano forme alternative di protesta (non prive di rischi). C’è chi si limita a esporre cartelli bianchi, simbolo della propria dissidenza, e chi usa gli asterischi per dire no alla guerra.

Chi si oppone alla guerra rischia anche di perdere il lavoro. È il caso di un giovane insegnante russo, il 28enne Kamran Manaflay, che su Instagram ha scritto: “Ho una mia opinione che chiaramente non coincide con quella dello Stato. Non voglio essere uno specchio della propaganda governativa e sono orgoglioso di non aver paura di dirlo”.

Il post è arrivato dopo una riunione del personale scolastico, quando ai docenti è stato chiesto di non parlare della situazione in Ucraina agli alunni e di allinearsi alla versione fornita dal Governo. Tuttavia, dopo la foto nella piazza principale di Mosca, la scuola gli ha chiesto di fare un passo indietro. Lui ha rifiutato, non ha eliminato il posto e si è dimesso dal suo ruolo. “Amo tutti gli studenti che ho e tutti quelli che ho avuto. La mia coscienza non mi tormenta”, ha scritto l’insegnante di geografia.

Il motivo del licenziamento

Tornato nel suo istituto per firmare la lettera di dimissioni, gli è stato impedito di entrare.

L’indomani ha incontrato il preside della scuola, ma si è rifiutato di fornire informazioni. L’istituto ha così deciso di non accettare le sue dimissioni e lo ha licenziato in tronco. “Comportamento immorale sul lavoro”, si legge come motivazione.

Sia a Mosca sia a San Pietroburgo: sono molti i cittadini russi che hanno perso il lavoro per aver manifestato contro la situazione in Ucraina ed espresso il proprio sostegno al popolo ucraino.