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Russia sospesa dal Consiglio dei Diritti umani: i precedenti

Vladimir Putin

Con 93 voti a favore la Russia è stata sospesa dal Consiglio dei Diritti umani e Vladimir Putin diventa omologo del dittatore libico Gheddafi

Russia sospesa dal Consiglio dei Diritti umani: i precedenti ci sono e rimandano ad un personaggio di cui Vladimir Putin teme di fare la stessa fine. Il voto Onu contro la guerra di Mosca a Kiev rievoca circostanze simili con un paese mediterraneo nel quale la Russia era tra l’altro intervenuta. A ogni modo l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di sospendere Russia dal Consiglio per i diritti umani con 93 voti a favore inclusa l’Italia, 24 contrari e 58 astenuti

Russia sospesa dal Consiglio dei Diritti come la Libia

Esemplare la risoluzione con la “grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca”. Il Consiglio per i diritti umani ha sede a Ginevra e non è un organismo molto datato: perciò fare la conta dei precedenti in cui esso aveva allontanato un membro è facile e non rispecchia il novero altissimo delle violazioni degli ultimi 40 anni. In sedici anni di esistenza il Consiglio ha sospeso solo un altro pese: la Libia di Muammar Gheddafi

La repressione di Gheddafi del 2011

Perché in quelle circostanze il paese nord africano guidato dal colonnello-dittatore venne sospeso? Fu la risposta delle Nazioni Unite alla brutale repressione delle proteste del 2011. In punto di riconquista del diritto e sedere in Consiglio la Libia venne poi riammessa. Con la Russia ci sono delle voci specifiche e per adesso secondo Usa ed alleati la Russia guidata da Putin non può continuare a partecipare a quel Consiglio quando sta “sovvertendo tutti i principi fondamentali” dell’Onu con la sua invasione dell’Ucraina.