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Russia-Ucraina: ecco le possibili rotte in caso di attacco

Fanteria d'arresto ucraina nel camminamento

Lo scenario che nessuno vorrebbe vedere e la possibile "cartina" di un conflitto Russia-Ucraina: ecco le possibili rotte in caso di attacco di Mosca

Russia-Ucraina, un binomio che sembra rimandare sempre più ad una soluzione bellica delle loro controversie per volere diretto ma non confermato di Vladimir Putin: ecco le possibili rotte in caso di attacco da parte delle divisioni di Mosca verso Kiev. Secondo i report dell’intelligence Usa sarebbero nove le direttrici di penetrazione tattica, tutte riassunte nella strategia del “fronte lungo” per disperdere le forze terrestri ed aeree del potenziale avversario. Il dato tecnico è che potenzialmente le divisioni russe sono in grado di raggiungere in ogni momento Kiev in 48 ore a contare lo start point a ridosso dei confini e i cuscinetti “utili” di Bielorussia, Donbass e Crimea. La Russia non deve allungare, ma solo fare uno scatto in avanti.

Le possibili rotte di attacco Russia-Ucraina: fino a nove opzioni, ma quali siano quelle giuste lo sanno solo i generali di Putin

I battaglioni Spetznats che in questo contesto cita la Nbc non hanno funzioni di penetrazione strategica ma di incursione tattica: significa che non parteciperanno mai ad un’invasione coordinata su un fronte ampio, ma con infiltrazioni mirate a ridosso di aree ancora da prendere. Non è affatto improbabile che piccole formazioni siano già, ipoteticamente, pronte ad un BEL (Behind Enemy Lines). I primi due scenari scenari sono quelli dell’attacco a tenaglia dal gradente est del fiume Dniepr. 

Poltav e Kharkiv, le porte per arrivare a Kiev, ma lì c’è il 50% delle truppe ucraine

Lì c’è la più parte delle truppe di terra ucraine inquadrate in divisioni meccanizzate e di fanteria d’arresto con artiglieria a supporto. Il lavoro per i russi sarebbe materia da truppe corazzate verso le città di Poltav e Kharkiv. Il Donbass invece potrebbe essere punto di lancio di un’offensiva ulteriore per raggiungere dalle tre basi in Crimea il check point con le truppe che verrebbero da oriente. 

La base della Crimea per gli attacchi aerei e per arrivare da sud e l’improbabile “battesimo” degli Yasen

In Crimea poi ci sono i “nidi”degli elicotteri Ka Alligator e Hind che spezzerebbero il fronte di difesa man mano che le truppe di terra avanzassero. Viene citato anche un posizionamento anfibio sulla costa del Mar Nero ma si tratta di operazioni di nicchia. Al largo delle coste interessate è stato comunque rilevato traffico dei battelli sottomarini Akula, ma un rapporto non confermato e da prendere con molle chilometriche spiegherebbe che Mosca avrebbe già resi operativi i nuovissimi Yasen. Difficle pensare che anche per una questione sentita come quella dell’Ucraina Mosca voglia mostrare tutti insieme i suoi nuovissimi “gioielli di famiglia” alla Nato.

L’unico punto di ingresso degli spetznats: o “per conto loro” in elicottero o dalla Bielorussia

Altre due rotte prevederebbero l’attacco diretto a Kiev su due fronti, da est e dall’amica Bielorussia. Ecco, in quel caso i reparti agili spetznats sarebbero la punta della lancia ma avrebbero bisogno di supporto di artiglieria preventivo e di fuoco di preparazione. Il report parla anche di una rotta che parte dall’area di Chernobyl: le grandi carrabili compatte e ghiacciate di quel settore che ebbe una sua primavera logistica ed infrastrutturale sarebbero ideali per i carri russsi, forse proprio i T 14 della divisione Taman che da quelle parti ha poligoni in comodato d’uso politico. Gli aeroporti ucraini sarebbero resi inutilizzabili dai sistemi missilistici S-400 appoggiati in casa di Lukashenko e gli aerei multiruolo Su 57 avrebbero il compito di spazzar via qualunque postazione difensiva, fissa o mobile, che Kiev schierasse su un fronte così lungo. Chi lo afferma? L’esperto e membro del Foreign Policy Institute Tob Lee.