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Russiagate, l'ex responsabile della campagna di Trump si costituisce all'Fbi

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L'ex responsabile della campagna di Donald Trump, Paul Manafort, ha deciso di costituirsi all'Fbi nell'ambito delle indagini sul Russiagate.

L’ex responsabile della campagna di Donald Trump, Paul Manafort, ha deciso di costituirsi all’Fbi nell’ambito delle indagini sul Russiagate. A riportare questa notizia è stata la Cnn, la quale ha citato alcune fonti. Secondo quanto riferito dalla Cnn, le accuse rivolte a Manafort sono state presentate nel corso dello scorso venerdì. Non solo lui, ma anche il suo ex socio, Rick Gates, si è consegnato alle autorità americane. Tra le altre cose, Manafort è stato accusato anche di riciclaggio e reati fiscali.

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Paul Manafort, ex responsabile della compagna elettorale del Presidente americano, Donald Trump, ha deciso di consegnarsi alle autorità americane nell’ambito dell’indagine sul Russiagate. In particolare, a riportare questa notizia è stata la Cnn, secondo la quale le accuse rivolte a Manafort sono state presentate lo scorso venerdì.

Non solo Manafort. Anche il suo ex socio, Rick Gates, ha deciso di costituirsi all’Fbi. L’ex responsabile della campagna di Trump, tra le altre cose, era accusato anche di violazione delle leggi fiscali federali e pure di riciclaggio di denaro.

Dallo scorso maggio Mueller sta indagando sulle possibili collusioni che potrebbero essersi verificate tra lo staff del Presidente Trump e le autorità russe con l’obiettivo di interferire nel corso delle ultime lezioni presidenziali.

Tra i dodici capi d’accusa rivolti a Paul Manafort e Rick Gates c’è anche quella di cospirazione contro gli Stati Uniti. Ma non solo. I due sono stati accusati pure di non essersi registrati come agenti di uno Stato straniero, di aver fatto dichiarazioni false e fuorvianti. Infine, sia Manafort che il suo ex socio sono stati accusati di riciclaggio e omessa denuncia di conti su banche straniere.

Chi è Paul Manafort

Lo stratega repubblicano era diventato il responsabile della campagna elettorale di Trump nel corso del mese di marzo. Ma dopo pochi mesi è stato costretto a dimettersi. Secondo alcune indiscrezioni raccolte, sembra che l’uomo abbia ricevuto circa dodici milioni di euro dal Presidente ucraino filo russo Viktor Yanukovich, per il quale aveva lavorato come consigliere politico.

Secondo quanto è stato riportato dal New York Times, nel 2016 Manafort avrebbe partecipato anche ad un incontro con alcuni personaggi legati in qualche modo a Mosca. Personaggi che promettevano rivelazioni compromettenti sulla candidata democratica Hillary Clinton.

Nel corso del mese di luglio, poi, gli agenti dell’Fbi avevano effettuato una perquisizione a sorpresa proprio nell’abitazione di Manafort. Da questo blitz sono stati sequestrati e portate via decine di faldoni e documenti.

In particolar modo, gli agenti federali si erano presentati a sorpresa nella casa di Manafort lo scorsa 26 luglio, esattamente il giorno successivo all’incontro tra lo stesso stratega repubblicano con la commissione di Intelligence del Senato. Anche in quella circostanza, a decidere questa perquisizione a sorpresa era stato il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller. Quella perquisizione è stata poi vista come una sorta di messaggio nei confronti di Trump.