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Russiagate, Trump ordinò di licenziare Mueller

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Importante rivelazione del New York Times, che potrebbe cambiare le carte in tavola: Trump avrebbe ordinato di licenziare Mueller.

Secondo quanto riportato dal New York Times, ci potrebbe essere una novità a dir poco importante nell’ambito del caso Russiagate. Citando alcune fonti informate, infatti, secondo il quotidiano statunitense Donald Trump lo scorso giugno avrebbe ordinato il licenziamento del procuratore speciale, Mueller, dalla guida dell’inchiesta relativa al Russiagate. Il Presidente americano ha poi fatto marcia indietro, quando il legale della Casa Bianca aveva minacciato di dimettersi piuttosto che eseguire quell’ordine.

Svolta nel caso Russiagate

Possibile importante svolta nel caso del Russiagate, almeno secondo le informazioni riportate dal New York Times che potrebbero cambiare letteralmente le carte in tavola. Secondo quanto riportato dal quotidiano americano, infatti, che ha citato alcune fonti informate, il Donald Trump avrebbe ordinato il licenziamento del procuratore speciale, Mueller, che è al comando proprio dell’indagine relativa al Russiagate. Il Presidente americano ha poi fatto marcia indietro, nel momento in cui il legale della Casa Bianca aveva minacciato di dimettersi piuttosto che eseguire quell’ordine di licenziare Mueller.

Insomma, un nuovo vero e proprio giallo per quanto riguarda il caso sul Russiagate. Trump, secondo il New York Times, avrebbe provato davvero a licenziare il procuratore speciale, salvo poi fare marcia indietro dopo una ribellione interna, con l’opposizione da parte del consigliere legale della Casa Bianca che prima ha lanciato l’allarme spiegando i rischi che questa decisione avrebbe portato e poi ha minacciato di dimettersi in tronco.

Le indiscrezioni

Secondo quanto emerso dalle informazioni riportate dal Nyt, l’episodio si sarebbe verificato lo scorso giugno. Trump che allora era parecchio insofferente sui sospetti relativi ai suoi legami e a quelli della sua famiglia con Mosca, era arrivato a decidere di cacciare Mueller, dando poi l’ordine di eseguirlo. Secondo Trump, il procuratore speciale avrebbe avuto dei conflitti di interesse che gli impedivano di essere del tutto imparziale. Tra questi motivi che non gli consentivano di essere obiettivo troviamo l’aver rinunciato alla tessera di iscrizione ad uno dei resort golfistici dello stesso Trump e poi l’essere considerato dal Presidente per la direzione dell’Fbi.

Una volta ricevuto l’ordine di licenziare Mueller, il consigliere legale della Casa Bianca, Donald McGahn si è rifiutato di portarlo a termine. Piuttosto si sarebbe dimesso lui. Il legale mostrò poi ad altri membri della cerchia attorno a Trump come la decisione del Presidente sarebbe stata assolutamente catastrofica per la sua credibilità e per il futuro della sua presidenza. Solamente in quel momento Trump decise di non procedere con l’ordine.

L’indagine sul Russiagate è attualmente in pieno sviluppo e probabilmente si sta avvicinando ai suoi momenti cruciali. Mueller, infatti, ha interrogato esponenti di primo piano dell’amministrazione. Come ad esempio il Segretario alla Giustizia Jeff Sessions e l’ex direttore dell’Fbi James Comey, che fu cacciato da Trump dopo aver inizialmente guidato le indagini su questa vicenda. Nel frattempo, in questi giorni Trump ha fatto sapere di essere pronto a farsi interrogare da Mueller, con l’amministrazione che ha assicurato di voler collaborare con l’indagine.