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S&P taglia le previsioni dell'Italia dopo la caduta del governo

S&P taglia rating Italia

S&P: taglio sulle previsioni dell'Italia da "positive" a "stabili". Le cause sono le dimissioni di Draghi e la caduta del governo

L’agenzia di rating statunitense S&P Global Ratings ha tagliato le previsioni sull’Italia portandole da “positive” a “stabili”. Il ribasso del rating BBB/A-2 è dovuto alle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi che “potrebbero spostare l’attenzione del governo dalle riforme chiave e pesare ulteriormente sulla fiducia e sulla crescita in un momento di elevata incertezza e aumento dell’inflazione”.

Rimangono confermati tutti i rating sovrani sull’Italia. Nella sintesi del nuovo giudizio di S&P si legge: “Il 21 luglio 2022 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto il parlamento a seguito delle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi; le elezioni anticipate sono previste per il 25 settembre. A nostro avviso, questi sviluppi potrebbero distogliere l’attenzione dalle riforme-chiave e pesare ulteriormente sulla fiducia e sulla crescita in un momento di elevata incertezza e aumento dell’inflazione nell’economia globale ed europea“.

“Ciò potrebbe – continua il documeto di S&P – compromettere la tempestiva attuazione delle tappe fondamentali e degli obiettivi da cui dipendono i fondi dell’UE per la resilienza e la ripresa dell’Italia, che equivalgono al 7,6% del suo PIL. Di conseguenza, abbiamo rivisto la nostra previsione sui nostri rating “BBB/A-2”

S&P: lo scenario positivo

S&P ha comunicato che potrebbe alzare le valutazioni nel caso che il governo entrante procedesse con l’attuazione delle riforme e continuasse il percorso di risanamento di bilancio per far fronte all’elevato indebitamento del governo.

S&P: lo scenario negativo

Per quanto riguarda un eventuale scenario negativo, S&P ha detto che i rating potrebbero peggiorare nel caso di una recessione prolungata dell’economia italiana. L’inflazione, insieme a una crescita debole, metterebbero a rischio le finanze pubbliche e di conseguenza i rating.