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Sacchetti bio per la spesa: si possono portare da casa

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Il Consiglio di Stato ha approvato la richiesta del ministro della Salute per far portare a casa i sacchetti di frutta e verdura

Il Consiglio di Stato ha dato parere positivo sull’uso dei sacchetti monouso bio nuovi. Ora questi ultimi possono essere acquistati dal consumatore anche al di fuori dagli esercizi commerciali, come richiesto dal ministro della Salute.

Come aveva denunciato “Il Giornale”, la polemica era esplosa a seguito dell’ingresso nel Decreto Mezzogiorno. La norma, nello specifico, obbligava all’uso delle buste biodegradabili a pagamento per l’acquisto di frutta e verdura. I consumatori erano dunque tenuti, a partire dal 1 gennaio 2018, a utilizzare sacchetti biodegradabili che rispettassero le norme a tutela della sicurezza e dell’igiene dei cibi. I sacchetti erano ovviamente reperibili presso tutti gli esercizi commerciali, ma a pagamento. Da qui era nata la polemica in questione.

Buste per la spesa portabili da casa

La richiesta del ministro della Salute, dunque, chiedeva la possibilità di permettere al consumatore di portare le buste da casa, purché seguissero le norme igieniche. E oggi il Consiglio di Stato ha dato parere positivo. La conferma è stata pubblicata il 29 marzo scorso. Essa prevede la possibilità di “utilizzare nei soli reparti di vendita a libero servizio (frutta e verdura) sacchetti monouso nuovi dagli stessi acquistati al di fuori degli esercizi commerciali”. Gli operatori del settore commerciale non potranno dunque impedire agli acquirenti di usare sacchetti portati da casa. Ma c’è di più: sarà anche possibile utilizzare contenitori diversi dalle buste di plastica biodegradabile. Sempre purché siano sempre idonei a contenere gli alimenti. Il Consiglio di Stato non esclude neppure che per alcune tipologie di prodotto sia necessario il contenitore.

Da ora, dunque, il consumatore può «utilizzare sacchetti in plastica autonomamente reperiti» per comperare frutta e verdura sfusa nei supermercati. Non si è più tenuti ad acquistare quelli commercializzati nel punto vendita. L’unica norma, come detto, è che i sacchetti siano «idonei a preservare l’integrità della merce». Devono pertanto essere «rispondenti alle caratteristiche di legge». L’esercizio commerciale, a sua volta, non potrà vietare tale facoltà. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato sulla questione delle buste della spesa compostabili vendute nei negozi di alimentari. La decisione mira a contemperare le esigenze e le tasche del consumatore con quelle della sicurezza e dell’igiene degli alimenti.

In ogni caso, spiega il parere del Consiglio di Stato richiamando le considerazioni già eseguite, “non sembra possibile per l’esercizio commerciale vietare tale facoltà“. L’Italia era dovuta intervenire in seguito a una direttiva del 2015 dell’Unione Europea, messa a punto nel rispetto del principio ‘chi inquina paga’. Tutti i Paesi Ue, a eccezione di Spagna e Romania, avevano già notificato le misure con cui recepire la direttiva.