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Sai perchè paghi la benzina 1.60 euro al litro?

Sai perché paghi la benzina 1,60 al litro?

In molti si chiedono per quale motivo la benzina a volte costi così cara. Vediamone le cause.

La benzina a volte costa cara, e il suo prezzo è in continua oscillazione. È un bene prezioso senza il quale, ancora per il momento, saremmo condannati a camminare a piedi, e probabilmente andremmo incontro a una delle crisi economiche più dannose della storia contemporanea. Ma al costo di produzione e di importazione della benzina contribuiscono altri fattori, soprattutto di tipo storico.

Perché si paga la benzina 1.60 euro al litro?

Innanzi tutto, cos’è l’accisa? L’accisa è un’imposta (semplicemente una tassa) che grava sulla quantità dei beni prodotti, ed è un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consumi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici (precedentemente limitati solo agli oli minerali derivati dal petrolio), all’energia elettrica, agli alcolici e ai tabacchi. Relativamente a questa tipologia di aumenti, recentemente Francesco Facchinetti si è sfogato proprio contro le accise sulla benzina.

I costi aggiuntivi

Seguendo i telegiornali, tutti sanno quanto aumenti ogni anno la benzina. Pochi sanno invece quali costi aggiuntivi sono realmente inserite nel prezzo dei carburanti, piccole tasse di natura storica che fanno lentamente lievitare il prezzo finale. Le accise che fanno costare i carburanti più di quanto si paghino in media in Europa, sono queste (in lire italiane):

  1. 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935 (nota anche col nome di “guerra d’Abissinia”, combattuta dal Regno d’Italia e dall’Impero etiope e conclusasi con la vittoria italiana);
  2. 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956 (ci si riferisce all’occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito e Israele, avvenuta alla fine del 1956);
  3. 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963 (disastro avvenuto nella Valle del Vajont in seguito a una frana del Monte Toc, che crollando provocò un’inondazione della omonima diga e provocò più di mille morti);
  4. 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
  5. 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
  6. 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
  7. 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
  8. 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1982-83 (causata dall’invasione del Libano da parte delle Forze Armate Israeliane);
  9. 22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996 (organizzata dalle Nazioni Unite con l’invio di un contingente internazionale di caschi blu nel Paese);
  10. 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  11. 0,0073 euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti e istituzioni culturali;
  12. 0,04 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92;
  13. 0,0089 euro per far fronte all’alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011.
  14. 0,082 euro per il decreto “Salva Italia”, nel qualeIl Governo Berlusconi IV (dal 2008 al 2011) ha inoltre aumentato il prezzo dei carburanti per finanziare il Fondo unico per lo spettacolo (Fus) e per cancellare la contestata tassa di 1 euro sui biglietto del cinema.
  15. 0,02 euro dal finanziamento per i territori colpiti dal terremoto in Emilia del 2012.

Il costo finale

Adesso sai perché si paga un prezzo tanto elevato per i carburanti. Il prezzo non sale soltanto in base a quello dei barili di petrolio: a farlo lievitare contribuiscono non poco i provvedimenti dello Stato per la risoluzione di problemi recenti o storici. A volte si contribuisce involontariamente a pagare anche interventi militari magari non voluti, o semplicemente ignorati.