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Salario minimo: cos'è, a quanto ammonta, chi ne avrebbe diritto e chi sono i favorevoli e i contrari

Salario minimo: favorevoli e contrari

Cos'è e a quanto ammonterebbe il salario minimo, la misura che divide i partiti all'interno del governo e le parti sociali.

Complice un dibattito a Futura 2021, il tema del salario minimo è tornato ad essere dibattuto all’interno del governo e delle parti sociali: cos’è, a quanto ammonterebbe e chi è favorevole/contrario alla sua introduzione?

Salario minimo: cos’è e a quanto ammonta

Per salario minimo si intende la retribuzione minima che dovrebbe essere garantita ai lavoratori per una determinata quantità di lavoro. Dal 2013 è diventato, insieme al reddito di cittadinanza, una delle bandiere del M5S, ma anche il Partito Democratico non ha mai negato di essere d’accordo con la misura per cui a anche presentato una legge.

Tra le due forze politiche non c’è però un accordo sull’ammontare del salario: per i pentastellati va definito dal Parlamento per legge a 9 euro lordi all’ora, mentre per i dem avrebbe dovuto essere concordato con le parti sociali: solo in caso di mancata intesa sarebbe stato calato dall’alto.

Salario minimo: favorevoli e contrari

La questione del salario minimo spacca sia la maggioranza che i sindacati. A favore ci sarebbe l’asse M5S-Pd-Leu, con la sponda della Cgil, mentre ad opporsi vi sono Confindustria, Cisl e il centrodestra, convinti che la retribuzione minima vada definita nei contratti e non per legge.

I senatori M5s della Commissione Lavoro hanno diffuso una nota affermando che “è certamente un bene riaprire il dialogo sull’introduzione del salario minimo stabilendo, altresì, i criteri per identificare i contratti leader in modo da eliminare il dumping contrattuale“. Il Presidente di Confindustria Bonomi ha invece evidenziato la tendenza delle imprese ad uscire dalla contrattazione collettiva nei Paesi dove è stato inserito il salario minimo, una cosa che “non sarebbe nell’interesse dei lavoratori“.