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Salerno, primo cambio di sesso: una donna trentenne diventa uomo

La Clinica di Salerno

Per la prima volta a Salerno è stato possibile un cambio di sesso: un intervento per passare da femmina a maschio, eseguito da due ginecologi in una clinica della città di Arechi.

Per la prima volta ieri, lunedì 20 novembre, a Salerno, è stato possibile un cambio di sesso: una donna sui 30 anni si è fatta operare per diventare uomo in una clinica di Arechi. Questo tipo di intervento chirurgico – indicato con l’acronimo FtM o F2M, ovvero “Female to Male”, da femmina a maschio – è stato eseguito nella Clinica Tortorella dai due ginecologi Teresa Bonavolontà e Biagio Criscuolo, concludendosi nel tardo pomeriggio. Il nome della persona di diventare da femmina a uomo non è stato rivelato per ovvi motivi di privacy, ma è stato reso noto che vive a Salerno. Sembra che molti siano in lista d’attesa nella stessa struttura per la disforia di genere di rettificazione dei caratteri sessuali e nello specifico per istero-annessectomia, il nome scientifico di tale intervento. Vediamo dunque come hanno proceduto di medici.

Il procedimento

Cambio di sesso

In pratica nella clinica in provincia di Salerno si è proceduto all’asportazione dell’utero e dei suoi annessi, tube di Falloppio e ovaie. La donna che ha deciso di sottoporvisi è dunque diventata ciò che si è sempre sentita e in cui si è sempre identificata: un uomo. L’intervento è andato a buon fine, ma la paziente diventato il paziente dovrà rimanere nella casa di cura per una settimana per i controlli del caso.

La decisione del giudice

Qui lasentenza del cambio di nome e sesso

Nell’aprile scorso, la prima sezione civile del Tribunale di Salerno, presieduta da Giuseppe Fortunato, ha anche deciso che sarebbe stato anche possibile, secondo la nuova normativa, cambiare i dati anagrafici prima del cambio di sesso. La richiesta è pervenuta da una giovane salernitana – che a questo punto si presume essere la stessa che è stata operata ieri -, assistita dall’avvocato Miguel Coraggio per essere autorizzata in una volta sola ad effettuare “i necessari interventi chirurgici per adeguare i caratteri sessuali primari alla sua identità maschile” e per procedere alla “rettifica degli atti di stato civile”. La sentenza che permette il cambio di nome all’anagrafe prima del cambio di sesso era stata emessa nel 2015 proprio a Salerno: all’epoca a presiedere la prima sezione civile del tribunale, prima appunto di Giuseppe Fortunato e del collega Guerino Iannicelli, era Giorgio Jachia, che aveva deciso di accogliere l’istanza presentata dalla presidente dell’Arcigay Salerno Ottavia Voza, ma si trattava di un procedimento diverso da quello per autorizzare formalmente il cambio di sesso.

Invece, dice la sentenza emessa ad aprile, “L’effettuazione dell’intervento chirurgico non può considerarsi presupposto indispensabile per ottenere il provvedimento di rettifica: l’appartenenza di genere è invece frutto di una condizione psicologica ed esistenziale ma non morfologica”. “Appare in definitiva accolta nel sistema – continua il testo – una concezione del sesso come dato complesso della personalità determinato da un insieme di fattori, dei quali deve essere agevolato o ricercato l’equilibrio, privilegiando, poiché la differenza tra i due sessi non è qualitativa ma quantitativa, quelli dominanti”. Il provvedimento tiene conto dell’ “affermazione della personalità del singolo” e del suo “diritto inviolabile”, “in vista di una compiuta realizzazione della persona nell’alveo di una civiltà giuridica in evoluzione, sempre più attenta ai valori di libertà e dignità della persona umana che ricerca tutela anche nelle situazioni minoritarie o percepite in passato come anomale”.