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Sally Horner: la bambina che ispirò la Lolita di Nabokov

I protagonisti

La vicenda di Sally Horner, ragazzina americana che dal 1948 al 1950 fu vittima di un pedofilo Frank La Salle e ispirò “Lolita” di Viktor Nabokov.

Sapevate che il celeberrimo romanzo “Lolita” (1955) di Vladimir Nabokov fosse ispirato ad una storia vera? Lo scrittore, infatti, prima di scrivere il suo capolavoro, che tratta dello scabroso tema della pedofilia – molto più censurato di oggi –, consultò i giornali di quegli anni per fatti di cronaca riguardanti appunto crimini sessuali, incidenti o omicidi e trovò il caso di Sally Horner, avvenuto nel 1948 a New York – peraltro citato nelle stesse pagine di “Lolita” -. Di che cosa si tratta? Conosciamolo nei dettagli.

Il romanzo

La vicenda

Il pedofilo e la vittima

Sally Horner era una bellissima ragazzina di 11 anni che viveva a Camden, città della zona di New York. Il 15 giugno del 1948 si fece convincere dai compagni di scuola a rubare da un negozio, per mero “senso di sfida”, un quaderno del valore di 5 centesimi e quel gesto le costò davvero molto caro. Fu subito dopo il furto che Sally incappò in Frank La Salle, un pedofilo 50enne già condannato, che si spacciò per un agente dell’FBI, minacciandola di arresto e di subire una pena severa per quello che aveva fatto.

Più tardi La Salle fece tornare a casa Sally, che per la paura non raccontò di lui e di ciò che le aveva detto, alla sua famiglia – la madre vedova e la sorella incinta -, ma era solo l’inizio di una triste vicenda.

Il pomeriggio seguente La Salle aveva dato appuntamento a Sally fuori dalla sua scuola e, sempre con la minaccia di arrestarla per il furto del quaderno, le disse che avrebbe dovuto accompagnarlo ad Atlantic City. Prima, però, avrebbe dovuto presentarlo alla madre come il padre di una compagna di scuola, che l’aveva invitata a trascorrere una “vacanza al mare” con loro, in modo che si fidasse a lasciarla con lui.

Per Sally Horner iniziarono 21 mesi di abusi sessuali da parte dell’uomo, un ex meccanico che poco prima di incontrarla era appena uscito di prigione dove aveva scontato sei mesi con l’accusa di adescamento di minore. La Salle si spostò continuamente, iscrivendo Sally in diverse scuole degli Stati Uniti, dicendo che era sua figlia per mascherare i suoi crimini. Intanto la costrinse psicologicamente ad accettare gli abusi, pena sempre l’arresto per quel “famoso” furto.

La ragazzina non aveva nessuno a cui rivolgersi per chiedere aiuto, finchè arrivata con La Salle a San Josè, in California, riuscì a confidarsi con un vicino, che da casa sua, permise a Sally di telefonare alla sorella, a Camden. Era il 22 marzo 1950.

La vittima salvata

Lo stupratore era uscito per cercare lavoro, ma quando tornò, trovò ad attenderlo la “vera” FBI e finì in manette. Sally, grazie alla sua testimonianza, fece condannare Frank La Salle – il quale invece aveva cercato di discolparsi, sostenendo come sempre di essere il padre della ragazzina – ad una pena che andava dai 30 ai 35 anni di carcere nel penitenziario della città di Trenton, nel New Jersey.

Conclusione della vicenda

Liberata dal pedofilo, purtroppo Sally ebbe comunque un destino tragico, perchè il 20 agosto 1952 perse la vita in un incidente d’auto a soli 15 anni.