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Salme e feti violati all'ospedale di Caltagirone per difendere il monopolio dei servizi funebri

Operazione "Requiem" a Caltagirone: salme e feti violati all'ospedale

Salme e feti violati all'ospedale di Caltagirone, le onoranze funebri sabotavano i rivali introducendosi nelle camere mortuarie: nove arresti.

Salme e feti violati all’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, nel corso dell’operazione denominata “Requiem”, i Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno messo in manette nove persone. A coordinare le indagini la Procura di Caltagirone.

Salme e feti violati all’ospedale di Caltagirone

I destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai Carabinieri, si introducevano nelle camere mortuarie dell’ospedale di Caltagirone, anche durante la notte. Qui, sabotavano la concorrenza violando le salme per assicurarsi i servizi di onoranze funebri dei pazienti deceduti e il trasporto di degenti non deambulanti.

Gli arrestati sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere, illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale e istigazione alla corruzione.

Violati feti e salme, per concorrenza

Durate gli ingressi abusivi, i colpevoli distruggevano e danneggiavano gli arredi funerari, i biglietti pubblicitari, strappavano i talloncini identificativi dalle salme in modo da rintracciare, prima dei concorrenti, i parenti dei defunti e proporsi come onoranze funebri. Inoltre, secondo l’accusa c’è stata l’occupazione abusiva dell’ospedale di Caltagirone, con aggressioni e minacce di morte al personale sanitario che aveva tentato di allontanare i criminali dal pronto soccorso.

Esistono delle intercettazioni video, nelle quali si vedono alcuni componenti della banda impegnati nella ricerca di gioielli sulle salme nella camera mortuaria, nel furto dei dati anagrafici per evitare l’identificazione da parte dei concorrenti, qualcuno ruba persino un Rosario dalle mani di un defunto. 

Salme violate anche a Tropea

Un simile orrore ha avuto luogo anche a Tropea, dove il custode di un cimitero, suo figlio e un altro complice esumavano illegalmente salme per poi rivendere gli spazi vuoti a nuovi clienti. Alcuni cittadini hanno segnalato alle Forze dell’Ordine che non trovavano più i loro cari nel cimitero, così sono partite le indagini che hanno portato all’arresto dei tre spietati criminali anche grazie alla registrazione di video incriminanti tramite telecamere nascoste.

Gli uomini hanno violato diverse sepolture, distruggendo non solo le bare ma anche i defunti presenti al loro interno, per meri scopi economici per ottemperare alla grave carenza di posti liberi nel cimitero. I corpi venivano chiusi in dei sacchi, cosparsi di liquido infiammabile e poi immolati.