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Ragade anale infiammata e cronica: come riconoscerla

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Soffrire di ragade anale infiammata e cronica è molto fastidioso, le cause possono essere diverse.

La ragade anale è una ferita lunga pochi millimetri localizzata nella parte esterna dell’ano, ovvero a livello del margine muco-cutaneo della zona.
Si tratta di un problema verificabile a qualsiasi età, e che non riguarda dunque direttamente i bambini ma che può interessare uomini e donne indifferentemente, in pari percentuale (anche se in minima parte può interessare anche i neonati, ma un’incidenza maggiore è registrata comunque negli adulti).

Ragade anale infiammata: come riconoscerla

Le ragadi anali sono spesso confuse con altre patologie che presentano sintomi simili, come ad esempio le emorroidi. Una prima distinzione importante è quella tra ragadi acute e ragadi croniche, anche se in genere in entrambi i casi il dolore connesso al fenomeno viene avvertito come sordo e piuttosto importante, presentandosi spesso le seguenti manifestazioni: sanguinamento, contrattura anale e dolore all’ano. Quando il problema si presenta come un dolore sordo e prolungato nei giorni, nonostante la relativa terapia definita dal medico, può nascere il sospetto che si tratti di una ragade cronica.

In quest’ultimo caso, infatti, il dolore persiste in genere per più di 8-12 settimane e le ragadi si presentano alla vista come un tessuto cicatriziale. Si tratta senza dubbio delle più difficili da curare, anche perché in genere sono accompagnate dalla presenza all’esterno dell’ano di una emorroide o una pinna cutanea chiamata “sentinella” (in altri casi può essere presente invece un tessuto estraneo neoformato, chiamato papilla ipertrofica). Il problema, quando persiste e presenta i caratteri di una ragade cronica, viene in genere trattato attraverso l’intervento chirurgico.

Ragade anale infiammata: le cause

Le ragadi anali localizzate nei punti fisici suddetti, non devono in generale destare preoccupazioni, anche se è comunque importante indagarne le cause e conoscere la reale posizione della ferita anale, per intervenire tempestivamente con la cura della stessa ed evitare eventuali peggioramenti del dolore. Le cause principali delle ragadi anali sono molto numerose, e le principali possono essere riassunte nelle seguenti:

  • stipsi e sforzi alla defecazione;
  • diarrea;
  • ipertono dello sfintere anale;
  • complicazioni post-parto.

Quando la ragade è posizionata in luoghi diversi da quelli indicati, ovvero in altre parti del “margine muco-cutaneo anale“, è importante andare a fondo del problema, perché in questo caso la ferita potrebbe nascondere altri problemi importanti, su cui intervenire tempestivamente.

Gli accertamenti da fare

La presenza di sangue nelle feci, o di dolore anale cronico o apparentemente temporaneo, non deve comunque destare eccessive preoccupazioni nel paziente, perché soltanto un medico è in grado di compiere un’attenta valutazione del caso e formulare una diagnosi corretta, in modo da conferire al soggetto la giusta terapia farmacologica.
Una volta sospettata la presenza della ragade anale, infatti, il medico consiglierà al paziente di sottoporsi ad una serie di esami mirati, che possono essere riassunti nei seguenti: anoscopia, colonscopia e sigmoidoscopia flessibile.

Importante è non trascurare questo problema fisico, perché il mancato trattamento delle ragadi anali, o l’assunzione di una cura non correttamente eseguita, può portare a delle infezioni anche gravi, ma anche al rischio di recidiva e di interessamento muscolare, perché la ragade, quando trascurata, può portare alla lacerazione del muscolo interno dello sfintere, con le conseguenze immaginabili.