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Scampi e gamberi contaminati, allarme in Sardegna

Scampi e gamberi contaminati

Alta concentrazione di microplastiche negli scampi e nei gamberi viola della Sardegna. L'allarme degli studiosi dell'Università di Cagliari.

Dalla cima delle montagne alla profondità dei mari, le microplastiche ormai sono ovunque. L’ultimo grave allarme arriva dalla Sardegna, dove scampi e gamberi viola sarebbero altamente contaminati da queste mini particelle di plastica. Ogni anno finiscono nei nostri mari tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate di plastica. Con l’andare del tempo, la plastica si trasforma in mini frammenti, detti appunto microplastiche.

Scampi e gamberi contaminati, la ricerca

Le microplastiche sono molto pericolose per i fondali marini, compresi i mari cristallini della Sardegna, perché riescono a essere ingerite dagli organismi che vivono nelle profondità. Lo studio è stato intrapreso da un gruppo di docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze della vita e Ambiente dell’Università di Cagliari. La ricerca si è svolta inoltre in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche con lo scopo di analizzare lo stato di salute dei mari. La presenza di queste pericolose microplastiche è allarmante principalmente in due specie di crostacei. Nei gamberi viola, dove gli studiosi hanno registrato una concentrazione di 70 microparticelle per esemplare, e negli gli scampi, con 413 particelle di plastica ogni singolo esemplare.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Pollution, documenta con dati comprovati la presenza di contaminazione in queste due specie di crostacei fortemente commercializzate. Il materiale ritrovato nei gamberi e negli scampi della Sardegna è principalmente il polietilene, composto che serve per le confezioni e negli imballaggi.

Secondo un altro studio, “No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People” dell’Università di Newcastle in Australia, ingeriamo mediamente 5 grammi di microplastiche ogni settimana. La maggior parte delle particelle sono al di sotto dei 5 millimetri, il che significa che ogni anno ne ingeriamo più di 250 grammi.