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Metodo Stamina: cos'è e perché è controverso?

Caso Stamina Vannoni

Il metodo Stamina, ideato da Davide Vannoni, è stato oggetto di un'indagine della Procura di Torino: in cosa consiste e come funziona?

Il 10 aprile del 2013 il Senato approvò un decreto legge al cui interno era contenuta una disposizione relativa alle terapie con cellule staminali. Questa permetteva ai pazienti di sottoporsi a terapia con cellule staminali mesenchimali di continuare la terapia nonostante l’opposizione della comunità scientifica: è il cosiddetto metodo Stamina.

Cos’è il metodo Stamina

La fama di questa terapia iniziò a diffondersi in seguito a diversi servizi de Le Iene. Il noto programma televisivo ha dato infatti voce all’appello di una madre che chiedeva allo Stato la possibilità di sottoporre sua figlia alla terapia ideata da Davide Vannoni, morto nella giornata del 10 dicembre a Torino dopo una lunga malattia.

Fondatore della Stamina Foundation, Vannoni affermava di aver messo a punto una tecnica che potesse sfruttare le cellule staminali per curare molte malattie. Dalla sua apparizione, all’interno della comunità scientifica dilagava un senso di sfiducia, generato dalla mancanza di ricerche, test e pubblicazioni in merito.

Il famoso metodo sembrava potesse utilizzare le cellule non ancora specializzate, estratte dal midollo osseo, permettendo a queste di differenziarsi una volta impiantate le paziente. Attraverso il loro apporto, il malato avrebbe potuto contare su nuove quantità di cellule, molto preziose in casi come le malattie neurodegenerative.

La Stamina Foundation

La Onlus creata da Vannoni fece parlare di sé non solo in campo medico ma anche in quello giudiziario. Essa è stata infatti al centro di diverse indagini. In seguito dell’obbligo di omologarsi alle direttive imposte ai laboratori di ricerca farmaceutici, Vannoni trasferì la fondazione a San Marino. Da lì, la Fondazione si è spostata definitivamente a Trieste, dopo che la Procura di Torino e il magistrato Raffaele Guariniello hanno aperto un’indagine sull’efficacia del trattamento medico e sulla possibilità che potesse nuocere alla salute dei pazienti.