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Coronavirus, la trasmissione può avvenire entro 37 giorni

coronavirus come e dove si trasmette

Ricercatori cinesi avvertono: "La trasmissione del coronavirus potrebbe avvenire fino a 37 giorni dal contagio".

La trasmissione del coronavirus da un soggetto positivo al Covid-19 ad uno negativo potrebbe avvenire anche dopo 37 giorni. É questo il risultato di uno studio realizzato da un team di ricerca cinese impegnato a scoprire il comportamento di questo nuovo virus che sta preoccupando tutti i paesi del mondo. L’arco di tempo di diffusione del patogeno andrebbe dagli 8 ai 37 giorni. Se lo studio del Centro di Medicina Respiratoria presso il Peking Union Medical College dell’Accademia Cinese delle Scienze venisse confermato, questo potrebbe rappresentare un’informazione importantissima per combattere il virus stesso. Certo andrebbero allungati i tempi di quarantena, ma si potrebbe avere una visione più strutturata dell’emergenza.

La trasmissione del coronavirus fino a 37 giorni

Lo studio dei ricercatori del Centro di Medicina Respiratoria, svolto in collaborazione con i colleghi della Scuola di Medicina dell’Università Tsinghua e di 3 Ospedali, il Jinyintan di Wuhan, l’Ospedale Polmonare di Wuhan e il China-Japan Friendship di Pechino, ha previsto l’analisi delle cartelle cliniche di 191 pazienti ricoverati tra il 29 dicembre 2019 e il 31 gennaio 2020 nei due ospedali di Wuhan. I pazienti presi ad esame avevano un’età media di 56 anni, per lo più uomini (68%), e circa la metà di questi presentava già delle patologie pregresse quali pressione alta e diabete.

Durante il ricovero 54 di questi sono deceduti, per la maggior parte si trattava di pazienti in età avanzata. Gli scienziati avrebbero rilevato che i soggetti avevano una capacità di diffondere il virus tra gli 8 e i 37 giorni, con un periodo di spargimento virale di 20 giorni per chi è sopravvissuto alla malattia. Nei pazienti deceduti invece la carica vitale è stata rilevabile fino al momento della morte. Secondo i ricercatori la durata dello spargimento virale sarebbe strettamente legata alla gravità della malattia. Ciò significa che gli asintomatici e chi è affetto da un’infezione meno acuta potrebbe avere dei tempi di diffusione virale sensibilmente differenti. Per maggiori dettagli sulla ricerca si invita a consultare la rivista scientifica specializzata The lancet.

Le parole del coordinatore dello studio

Il coordinatore dello studio, il professor Bin Cao, primario presso l’Ospedale China-Japan Friendship di Pechino e docente alla Capital Medical University ha commentato così l’esito della ricerca: “L’ampio spargimento virale osservato nel nostro studio ha importanti implicazioni per guidare le decisioni in merito alle precauzioni di isolamento e al trattamento antivirale nei pazienti con infezione da COVID-19 confermata. Tuttavia, dobbiamo essere chiari sul fatto che il tempo di spargimento virale non deve essere confuso con le altre raccomandazioni di autoisolamento per le persone che potrebbero essere state esposte a COVID-19 ma che non presentano sintomi, poiché questa raccomandazione si basa sul tempo di incubazione del virus”.

Dallo studio sarebbe inoltre emerso che ritardare il trattamento antivirale nell’influenza grave prolungherebbe il tempo di spargimento virale e aumenterebbe il rischio di morte per i pazienti, mentre nei soggetti con COVID-19, benché un efficace trattamento migliori la prognosi, non sarebbe stato “osservato un accorciamento della durata dello spargimento virale dopo il trattamento”.