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Coronavirus, studio rivela: a rischio pazienti con gruppo sanguigno A

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Continuano le ricerche scientifiche su come i pazienti con gruppo sanguigno d tipo A potrebbero essere più suscettibili all'infezione da coronavirus.

Continuano le ricerche sull’importanza del gruppo sanguigno nella diffusione del Coronavirus. Già lo scorso marzo, uno studio condotto da un gruppo di scienziati cinesi dell’Università di Shenzhen ha fatto emergere una probabile maggiore vulnerabilità al coronavirus dei pazienti aventi gruppo sanguigno di tipo A, al contrario di quelli con gruppo sanguigno di tipo 0 che invece risulterebbero più protetti dall’agente patogeno. La ricerca ha preso in esame i dati di circa 2mila pazienti cinesi risultati positivi al coronavirus e li ha confrontati con quelli di 3.700 soggetti sani.

E nella giornata di mercoledì 10 giugno è stata pubblicata un’altra ricerca da parte di 23andMe, società di test genetici, che hanno scoperto come le persone con sangue di tipo 0 avevano una probabilità fino al 18% in meno di risultare positivi al Coronavirus. Inoltre, coloro che avevano il gruppo sanguigno 0 e erano stati esposti, avevano fino al 26% in meno di probabilità di contrarre il Covid-19.

Coronavirus, l’importanza del gruppo sanguigno

Il nuovo studio realizzato dalla società di test genetici ha evidenziato come le persone con sangue di tipo 0 avevano tra il 9% e il 18% di probabilità in meno di contrarre la malattia rispetto a quelle con altri gruppi sanguigni di essere positive al Covid-19. Nello specifico, è stato coinvolto un campione di circa 750.000 partecipanti, di cui 10.000 che hanno riferito di avere il Coronavirus. L’1,3% con sangue di tipo 0 è risultato positivo, mentre l’1,4% aveva sangue di tipo A e 1,5% di tipo B o AB.

Le persone con sangue di tipo 0 che sono state esposte al Coronavirus, come gli operatori sanitari in prima linea, hanno evidenziato una quota tra il 13 e il 26% in meno di probabilità di risultare positivi. Tra quelli esposti, il 3,2% con sangue di tipo 0 è risultato positivo rispetto al 3,9% delle persone con sangue di tipo A, il 4% con sangue di tipo B e il 4,1% con sangue di tipo AB.

I rischi per le persone con il gruppo A

Un altro studio, invece, condotto dal Columbia University Irving Medical Center di New York City, ha scoperto che le persone con sangue A-positivo e A-negativo avevano il 33% in più di probabilità di essere positive rispetto ad altri gruppi sanguigni.

Entrambi i gruppi sanguigni 0-negativi e 0-positivi avevano meno probabilità di ammalarsi di Coronavirus rispetto ad altri gruppi sanguigni. Una conferma, in sostanza, di quanto già evidenziato lo scorso marzo dalla ricerca condotta dallo Shenzhen.

Coronavirus, la ricerca di Shenzhen

I ricercatori dell’ateneo di Shenzhen, in collaborazione con i colleghi dell’Ospedale Renmin dell’Università di Wuhan, del Dipartimento per le malattie infettive presso l’Ospedale di Wuhan “Jinyintan”, della Scuola di Statistica della East China Normal University di Shanghai, hanno confrontato la percentuale di positivi al coronavirus di gruppo sanguigno A con l’incidenza dello stesso gruppo sanguigno all’interno di una determinata area: nella fattispecie quella della città di Wuhan.

È emerso come il 37,75% dei pazienti positivi al Covid-19 fosse di gruppo sanguigno A, a fronte di una diffusione del suddetto gruppo nella popolazione che ammonta al 31,16%. Di contro soltanto il 25,8% dei pazienti affetti da coronavirus possedeva gruppo sanguigno di tipo 0 a fronte di un’incidenza dello stesso gruppo all’interno della popolazione di Wuhan del 33.84%. Incrociando anche i dati concernenti i deceduti (85 del gruppo A e 52 del gruppo 0), è emersa una maggiore vulnerabilità al coronavirus dei pazienti con gruppo sanguigno A, comprendente quindi sia A+ che A-.

Le parole degli scienziati

I dati della ricerca devono tuttavia essere confermati da analisi più approfondite, pur restando un’importante scoperta nel campo della lotta al coronavirus. Gli stessi scienziati del team di ricerca hanno inoltre voluto sensibilizzare la popolazione appartenente ai due gruppi sanguigni, affermando come i risultati dello studio non siano da intendere in termini assoluti: “Se sei di tipo A, non è necessario farsi prendere dal panico. Ciò non significa che sarai infettato al 100 percento. E se sei di tipo 0, non significa nemmeno che sei assolutamente al sicuro. Devi sempre lavarti le mani e seguire le linee guida emesse dalle autorità”.