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Coronavirus, la colpa è anche dei cambiamenti climatici causati dall'uomo

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Per gli scienziati i cambiamenti climatici provocati dalle attività umane hanno favorito la diffusione del coronavirus.

Studiando le caratteristiche del nuovo coronavirus, molti scienziati hanno trovato una relazione tra il Coivid19 e i cambiamenti climatici. La prima a sottolineare tale legame è stata Inger Andersen, direttrice del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, seguita da diversi scienziati di spicco.

Coronavirus, colpa dei cambiamenti climatici

Per gli scienziati il diffondersi del nuovo coronavirus è colpa dell’uomo, ma non per il risultato di qualche esperimento di laboratorio, come suggeriscono alcune ipotesi (smentite dagli esperti) circolate nelle ultime settimane. Negli ultimi decenni, infatti, le epidemie si sono intensificate: tra le cause ci sono i cambiamenti climatici, che modificano l’habitat degli animali vettori di questi virus. In più, la crescente intrusione umana negli ecosistemi vergini spinge gli animali ad avvicinarsi all’uomo, e quindi attaccargli il virus. Il 75% delle malattie infettive più recenti, infatti, deriva dalla fauna selvatica. “Mai prima d’ora ci sono state così tante opportunità per agenti patogeni di passare dagli animali selvatici alle persone” sostiene Inger Andersen. Basti pensare alla vendita di animali vivi e al loro commercio illegale.

L’allarme degli scienziati

I cambiamenti climatici causati dall’uomo sono un campanello d’allarme, quindi, anche per la nostra salute. “Tre coronavirus in meno di vent’anni rappresentano un forte campanello di allarme” spiega la virologa Ilaria Capua. “Sono fenomeni legati anche a cambiamenti dell’ecosistema: se l’ambiente viene stravolto, il virus si trova di fronte a ospiti nuovi“.

Insomma, siamo continuamente interconnessi con la natura e gli effetti della nostra azione si ripercuotono su di essa. Il Covid-19, allora, si poteva prevedere? Sì, secondo Andrew Cunningham, professore della Zoological Society di Londra. “La presenza di un grande serbatoio di virus similia a SARS-Cov nei pipistrelli, unitamente alla cultura del consumo alimentari di mammiferi esotici nella Cina meridionale, è una bomba a orologeria”.