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Coronavirus, il 23% dei decessi è causato da trombosi: come prevenirla

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Spesso le persone che muoiono con il coronavirus muoiono non tanto per le polmoniti quanto per lo sviluppo di trombosi.

Le autopsie effettuate sui corpi delle persone morte a causa del coronavirus hanno rivelato che il 23% dei pazienti non è morto per polmonite, bensì per trombosi. Melania Rizzoli, di Libero Quotidiano, ha rivelato quindi che il SarsCov-2 si legherebbe all’eparina prodotta dall’organismo e la renderebbe inefficace. In questo modo l’anticoagulante non riesce a prevenire la formazione di trombi che portano, spesso, al decesso del paziente. Per questo motivo è importante sottolineare la discussione anche dell’Oms relativa a farmaci con eparina, la cui sperimentazione ha ricevuto il via libera dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Questo farmaco risulta utile non tanto come farmaco preventivo, ma curativo degli eventi trombotici in atto.

Coronavirus, si muore per trombosi

La soluzione al coronavirus potrebbe essere la molecola di eparina: infatti, pare che i pazienti positivi non muoiano a causa di malattie respiratorie, ma invece per la formazione di trombosi. L’eparina, in altre parole, è un noto anticoagulante, fluidificante del sangue, che previene la formazione di coaguli sanguigni anomali. Uno studio inglese condotto dall’ematologo Jecko Thachil del Manchester Royal Infirmary, ha segnalato che l’eparina, un farmaco dal costo irrisorio, potrebbe anche aggiungere effetti antinfiammatori e persino antivirali. Il suo utilizzo potrebbe ridurre il tasso di mortalità del Covid-19 del 20%.

L’eparina presenta un rapporto rischio/beneficio superiore agli eventuali effetti avversi quali quelli emorragici. Il motivo è legato al fatto che questo farmaco si attacca alla molecola del virus anziché aggredire le cellule sane. In attesa della sperimentazione e dell’arrivo del vaccino, forse entro il primo trimestre del 2021, occorre continuare la sperimentazione dei farmaci più promettenti.