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Coronavirus, test rapido sperimentato a Roma: dura solo 8 minuti

Coronavirus, test rapido cinese in studio a Roma

Un brevetto cinese importato in Italia propone un test rapido per la diagnostica del Coronavirus.

Con una puntura sul dito e 3 sole gocce di sangue, un test in studio a Roma ti dice se hai il Coronavirus. Bastano 8 minuti di attesa per ottenere un risultato preciso e affidabile, senza alcuna controindicazione. Presso gli ospedali romani di Nerola, Contigliano e Nomentana sono in corso screening per confermare la sua validità ai fini della diagnostica.

Roma: test rapido per il Coronavirus

Il protocollo è stato fornito dall’Ospedale Spallanzani e di Tor Vergata, autorizzato dalla Regione Lazio. Su oltre 600 persone testate, i risultati sono stati ottimi: attendibilità del 100% sui negativi, del 95% sui positivi. Il prodotto è stato sviluppato in Cina dalla Sichuan Xinhen Biological Co. ed è dotato di certificazione CE dal 3 marzo 2020. Per poterlo ufficialmente presentare, se ne sono incrociati i risultati con quelli di tamponi e analisi del sangue su abitanti delle zone rosse.

Entro qualche giorno il test rapido Asf-1000 dovrebbe essere distribuito presso ospedali, Asl e presidi medici di tutta Italia. Nella Regione Lazio, il macchinario verrà dato in comodato d’uso a chi ne farà richiesta, i singoli kit ai privati verranno invece venduti a 18-20 euro l’uno a carico del SSN.

Riccardo Starace, presidente di Medica Group, ne ha l’esclusiva per la distribuzione su territorio Nazionale e ha comunicato una fornitura da 1 milione di pezzi al mese.

Come funziona il test

La prima fase consiste nella puntura della punta di un dito, indolore, per prelevare 3 gocce di sangue. Queste vengono aspirate in una piccola ampolla e riversate in una boccetta con reagente. I valori Igm e IgG indicheranno la positività in corso o un passato contagio, basandosi su un sistema immunografico fluorescente e una soglia di riferimento.

Inoltre, il test indica anche quando sarebbe avvenuto il contagio o in quale fase si trova quello in corso. Dalla boccetta con reagente, si versa poi il liquido su una barretta con un codice di riferimento. Dopo 7/9 minuti, questa viene inserita in un macchinario che la legge e ne definisce il risultato con grande chiarezza.

Dal macchinario è possibile inoltre stampare una ricevuta che specifica i risultati ottenuti. I dati vengono poi immessi in un database locale o nazionale, in base alla tessera sanitaria della persona sottoposta alla rilevazione. Questa tipologia di test ha come scopo quello di permettere uno screening della popolazione, per poter emettere la “patente d’immunità” e accedere così alla fase 2 in sicurezza.