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Coronavirus, a qualche italiano "mancherà la routine da quarantena"

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Gli italiani si stanno abituando alla routine da quarantena ed ora hanno paura del lockdown: lo psicoterapeuta spiega cosa succede dentro di noi.

La quarantena all’inizio faceva paura agli italiani invece adesso la routine da coronavirus piace. Sembra assurdo eppure è così. Molti utenti sui social confessano che ormai si sono abituati ai ritmi dell’attività domestica ed hanno paura della fine. Cosa succederà dopo? Uno psicologo spiega gli effetti della reclusione domestica sulle persone.

Coronavirus, agli italiani “mancherà la routine da quarantena”

Sembrava impossibile ed invece è verità: qualche italiano sentirà la mancanza della reclusione in casa. Se all’inizio poteva sembrare una follia rimanere rinchiusi nelle quattro mura domestiche per settimana, adesso sembra essere una prassi, quasi irrinunciabile. Alcuni italiani scrivono sui social: “Pensavo che l’avrei presa peggio”- oppure- “I giorni volano, è come se fosse appena cominciata” – e ancora “Sta iniziando anche a piacermi”.

Niente di allarmante per gli esperti, si tratta di un semplice modus vivendi attuato per costruire un rinnovato equilibrio mentale: “Se per molti questo significa gestire, con difficoltà– spiega lo psicologo e psicoterapeuta Federico Ambrosetti-, la “mancanza” di qualcosa o l’accettazione di convivenze forzate e prolungate, per alcuni la quarantena può rappresentare, paradossalmente, una condizione capace di favorire uno stato di equilibrio mentale. Successivamente a uno stato di disorientamento, tristezza e preoccupazione, percezioni comprensibili nella fase iniziale della quarantena, molti hanno progressivamente cercato di ricostruire una nuova routine quotidiana, fatta di gesti, azioni, momenti che, proprio perché ripetuti in maniera costante nei giorni, hanno assunto una funzione ‘rassicurante'”.

La comfort zone della pandemia

La casa, per alcuni, è diventata la comfort zone dove rimettere in ordine, non solo gli spazi del vivere quotidiano ma anche se stessi, rimodulando il tempo “sociale” ovvero quello condiviso con gli altri membri della famiglia. “Quelli che prima delle restrizioni potevano essere momenti di condivisione in una giornata piena di impegni– spiega l’esperto-,oggi diventano veri e propri riti. Il pasto, la pulizia domestica, l’igiene personale, lo studio, lo svago, la videochiamata con parenti o amici. Tutti momenti che si “ritualizzano” acquisendo sostanzialità e pregnanza“.

La paura del “dopo”

Messe da parte le abitudini, lo stress del lavoro, le corse contro il tempo per i mille impegni, resta la pace della casa e la paura del domani. Non solo rispetto al decorso della pandemia, ma anche della fine del lockdown. Cosa si potrà tornare a fare? Come ci si dovrà comportare per uscire?

L’impatto che questa emergenza sta avendo a livello economico è sotto gli occhi di tutti – spiega Minelli -. L’ansia del futuro è assolutamente giustificata e ognuno di noi deve comprendere che è assolutamente normale rispetto a ciò che stiamo vivendo”.

I distanziamenti sociali, possono, anche provocare la paura e diffidenza verso gli altri che non passerà facilmente: “La paura e la diffidenza verso l’altro non ci abbandonerà tanto presto – sostiene Minelli – Quando usciremo di casa potremo avere sintomi diversi e soggettivi ma faremo fatica a fidarci di nuovo degli altri: il contatto ravvicinato ci farà paura per un po’ di tempo. Questo porterà probabilmente a comportamenti di evitamento e a uno stato di allerta costante”.

Come affrontare il ritorno alla normalità

Secondo lo psicologo bisogna affrontare il ritorno alla routine “reale” sfidando faccia a faccia le paure con consapevolezza ed accettazione. con il termine consapevolezza lo psicologo si riferisce ai vissuti emotivi. “Non è semplice affrontare queste paure perché sono strettamente legate al nostro vissuto personale e hanno bisogno di tempo per diminuire gradualmente spiega Minelli.