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Coronavirus, quando per un positivo è necessario il ricovero?

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Arriva da Piacenza uno studio su pazienti affetti da coronavirus sulla probabilità futura che essi debbano necessitare di un ricovero ospedaliero.

Uno studio condotto dai ricercatori dell’ospedale di Piacenza ha cercato di chiarire la possibilità di capire se un paziente affetto da coronavirus debba necessitare nel breve periodo di un ricovero ospedaliero basandosi soltanto sui sintomi iniziali. La ricerca, pubblicata sulla rivista americana Radiology, sta al momento riscuotendo grande curiosità nel mondo scientifico perché potrebbe aiutare molti ospedali nel mondo a individuare più facilmente i pazienti più a rischio di complicazioni.

Coronavirus, lo studio sulla possibilità di ricovero

Stando a quanto riportato dal radiologo Davide Colombi, membro dell’equipe di ricerca coordinata dal professor Emanuele Michieletti, la ricerca presenta la più ampia casistica di pazienti finora analizzata nell’ambito del coronavirus: “Abbiamo passato in rassegna il quadro radiologico e clinico di 236 nostri pazienti. Piacenza così duramente colpita della diffusione della malattia da Sars-CoV-2, purtroppo ha potuto fornire una casistica scientificamente rilevante. Abbiamo lavorato con il maggior rigore possibile, per far emergere elementi utili al confronto”.

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Nel portare avanti lo studio, l’equipe di ricerca ha analizzato la parte del polmone del paziente risparmiata dalla polmonite da Covid-19, incrociando i dati risultanti con parametri biologici come età, presenza di patologie pregresse e valori riscontrati con gli esami nel sangue. L’analisi di queste caratteristiche combinate ha permesso di pronosticare la possibilità di un peggioramento delle condizioni del paziente e quindi delle necessità di un ricovero ospedaliero. In merito a ciò il professor Michieletti ha dichiarato: “Queste indicazioni consentiranno di evitare di dimettere persone con sintomi lievi che invece, con tutta probabilità, andranno incontro a un peggioramento grave e rapido delle proprie condizioni”.

L’applicazione della ricerca nel mondo

Come ha avuto inoltre modo di sottolineare il direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino, lo studio dell’ospedale emiliano potrò risultare utile in quelle zone del mondo purtroppo ancora in difficoltà nel contenimento della pandemia a livello clinico, come gli Usa: “Dopo una dettagliata revisione questo studio apre nuovi scenari per la gestione dei pazienti Covid-19 che accedono in ospedale. La portata del lavoro della nostra equipe e la ricaduta pratica, soprattutto negli Stati Uniti, è facilmente intuibile.

Baldino infatti conclude affermando: “Basti pensare che nella sola New York si registrano 4.500 nuovi casi positivi ogni giorno; gli ospedali non possono accoglierli tutti. Ecco perché la rivista Radiology ha pubblicato celermente lo studio e lo ha valorizzato attraverso tutti i propri canali di comunicazione”.