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Coronavirus, scoperte 35 molecole per fermarlo: sì a sperimentazione

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Un progetto guidato dall'Infn ha scoperto 35 molecole contro il coronavirus: tra esse anche una appartenente alla famiglia dell'idrossiclorochina.

Buone notizie giungono dal settore della lotta al coronavirus: sono infatti 35 le molecole anti Covid-19 recentemente scoperte all’interno di un progetto di ricerca guidato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall’azienda Sybilla Biotech. Le molecole scoperte, selezionate partendo da un campione di circa 9mila farmaci già esistenti, potranno ora dunque essere destinate alla sperimentazione in laboratorio, per verificare la loro reale efficacia nel contrastare il Sars-CoV-2.

Coronavirus, le molecole per combatterlo

Stando a quanto riportato dalle riviste del settore, le molecole scoperte agiscono sull’ormai noto recettore Ace2: cioè la cosiddetta porta d’ingresso che il coronavirus usa per penetrare all’interno dell’organismo umano. Le molecole lavorano dunque impedendo al coronavirus di legarsi alle cellule umane sfruttando due “tasche” che la proteina recettore Ace2 assume ripiegandosi su se stessa.

Individuate dai ricercatori le due tasche del recettore, sono stati comparati gli oltre 9mila farmaci già presenti in commercio o comunque in via di sperimentazione nei laboratori, selezionando le 35 molecole che sono apparse più idonee per contrastare l’ingresso del coronavirus nell’uomo. Tra queste 35 molecole ce n’è anche una appartenente alla famiglia dell’idrossiclorochina, farmaco antimalarico recentemente adoperato in alcune terapie sperimentali per curare il Covid-19.

I dubbi sull’idrossiclorochina

Attualmente l’idrossiclorochina sembra avere alcuni effetti positivi sul coronavirus, bloccandone ad esempio la riproduzione in vitro, ma la sua efficacia come farmaco sugli esseri umani è ancora oggetto di molte perplessità da parte dei ricercatori. Recenti studi hanno infatti mostrato come il medicinale sia addirittura deleterio in alcuni pazienti, comportando l’insorgere di problematiche cardiache e aumentando le probabilità di decesso improvviso in concomitanza con il contagio da coronavirus.