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Coronavirus, trovato il recettore nei testicoli: danneggia la fertilità?

coronavirus plasma

Trovato il recettore per il coronavirus all'interno dei testicoli dell'uomo: la ricerca italiana svela i dettagli sulla fertilità.

“Trovate tracce del coronavirus nei testicoli: ecco perché gli uomini sono i più colpiti” è stato questo il titolo della notizia che da alcuni giorni ha creato un allarme non banale. La presenza del recettore per la sars-cov-2 nei testicoli però non ci dà la certezza che questo basti a provocare la malattia nei pazienti, tantomeno che la fertilità maschile possa risentirne.

Di studi specifici su questo tema ad oggi ce ne sono pochi e quelli disponibili pongono intelligentemente una serie di condizionali e punti interrogativi. A chiarire questa situazione è Carlo Foresta, direttore dell’unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’azienda Università di Padova, che per far luce sul tema ha convocato una piccola taskforce di esperti.

Coronavirus, testicoli e fertilità: la ricerca italiana

In alcuni studi si sottolinea anche come modifiche alla fertilità maschile possano essere legate alla risposta immunologica dell’organismo al virus, ma non direttamente alla correlazione della sua presenza all’interno del tessuto testicolare.

Le evidenze che si sono paventate supportano la tesi secondo cui negli uomini positivi il virus non sia stato trovato nel liquido seminale e neppure nel testicolo: il covid-19 potrebbe arrivarci solo attraverso il sangue e finora soltanto un ricercatore è riuscito a isolare il virus dal siero.

Ricordiamo poi che è inusuale che questa tipologia di virus possa effettivamente detenere una presenza significativa nel sangue e inoltre è vero che nonostante la traccia del recettore Ace2 senza l’enzima che consente al virus di legarsi automaticamente sarebbe impossibile rilevarlo.