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La malattia neurodegenerativa contro cui ha lottato Ezio Bosso

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Ezio Bosso ha lottato per anni contro una malattia simile alla SLA: per questo morbo non c'è ancora una cura efficace.

Una malattia neurodegenerativa ha avuto la meglio su Ezio Bosso. Il compositore musicale e direttore di orchestra, dopo una lunga lotta, si è spento a 48 anni. Dal 2011 conviveva con una malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata subito dopo l’intervento per la rimozione di una neoplasia al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno. La sua malattia, inizialmente, fu indicata come SLA, ovvero Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ma fu un errore poiché, casualmente, i sintomi iniziali di questo morbo e della patologia di Ezio Bosso coincidono: gli episodi di atrofia muscolare si trasformano nella compromissione totale delle funzioni vitali.

La malattia di Ezio Bosso

Ezio Bosso, senza esser stato affetto da SLA, ha sviluppato una malattia neurodegenerativa autoimmune i cui effetti sono essenzialmente gli stessi della sclerosi laterale. Questo morbo colpisce i motoneuroni, le cellule cerebrali responsabili del controllo dei movimenti: ciò comporta la paralisi progressiva della muscolatura volontaria, la perdita di forza negli arti e dei muscoli adibiti a funzioni vitali come la respirazione e la deglutizione. Come nel caso della SLA, non esistono cure per la patologia che ha ‘vinto’ il compianto pianista Ezio Bosso.

Il compositore è stato curato con l’unico farmaco in circolazione adibito per questa malattia rara: il riluzolo. Questo medicinale, però, perde efficacia man mano che il corpo del paziente si abitua alla sostanza. Lo scorso settembre Ezio Bosso aveva scherzato su Facebook: “Non suonerò più il piano perché lo farei peggio di prima, ma continuerò a vivere di musica”. E della malattia a Vanity Fair, nel 2017, ne parlò così: “Un incidente, un terremoto, una storia. La mia storia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai”.