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Il dito anulare lungo salva dalla morte per Coronavirus: la ricerca

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Una ricerca di John Manning ha confermato che uomini con l'anulare più lungo dell'indice e medio hanno meno probabilità di morire di Coronavirus.

Gli uomini con il dito anulare più lungo del medio avrebbero meno probabilità di morire di Coronavirus. La bizzarra ricerca è stata effettuata dal docente John Manning dell’Università di Swansea, in Galles.

L’anulare lungo e il Coronavirus

La ricerca del professor Manning ha unito il Coronavirus ad alcuni studi realizzati in passato riguardanti i livelli di testosterone presenti in ogni essere umano e calcolabili attraverso la lunghezza del dito indice e medio.

Diverse ricerche suggeriscono infatti che il rapporto tra la lunghezza del dito indice e medio è influenzato dall’esposizione agli androgeni, come il testosterone, all’interno dell’utero materno. Secondo questi studi, tutti coloro che hanno l’anulare più lungo dell’indice e del medio presentano un alto livello di testosterone. Ciò ha indotto a sostenere che coloro che possiedono un livello più alto di testosterone siano meno a rischio di morte.

Il confronto con le morti in Regno Unito

Successivamente, John Manning ha effettuato una ricerca in Inghilterra e Galles, arrivando a sostenere che gli uomini che tendono ad avere l’anulare più corto rappresentano il 56% di tutti i decessi registrati per Coronavirus.

La ricerca italiana

Contemporaneamente, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con la Sapienza Università di Roma ha pubblicato sulla rivista scientifica Metabolism, uno studio che pare avvicinarsi a quanto sostenuto da Manning.

“In questa nostra ipotesi di lavoro” afferma Paolo Pozzilli, professore ordinario di endocrinologia e capo della ricerca, “abbiamo affrontato il problema del testosterone, l’ormone maschile per eccellenza, che può essere più basso o più alto con un ampio range di variazione nella popolazione maschile“.

Partendo dal fatto che i livelli di testosterone diminuiscono con l’età, si è confermato che i soggetti anziani, i più colpiti dal Coronavirus, sono anche quelli con più basso testosterone.

La ricerca afferma che un livello basso di testosterone possa ridurre l’attività dei muscoli respiratori. E con un livello di testosterone basso nel sangue si osserva un aumento dei processi infiammatori che sono associati con un aggravamento della prognosi dell’infezione da Coronavirus.