> > L'indice di trasmissibilità Rt, il dato da valutare per le riaperture

L'indice di trasmissibilità Rt, il dato da valutare per le riaperture

indice trasmissibilità RT dato riaperture

L'indice di trasmissibilità RT, il dato più importante per le riaperture della fase

Durante l’emergenza coronavirus un po’ tutti abbiamo per forza di cose imparato dei nuovi termini, prettamente medici, che ormai sono entrati a fare parte del nostro gergo quotidiano. Pensate alle parole focolaio, immunità di gregge o cluster epidemico, se poi a queste si vanno ad aggiungere parametri e sigle, la cosa diventa un po’ più complicata. In questo periodo si parla molto di Rt o indice di trasmissibilità, da più parti indicato come il dato statistico al quale far riferimento per le riaperture durante la fase 2. Rt è stato il protagonista della gaffe, di fantoziana memoria, dell’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, solo l’ultimo esempio di una mala interpretazione dello stesso, che, come detto, è quello a cui anche l’Iss ha fatto riferimento per la riapertura degli spostamenti tra le regioni. Ma che cos’è davvero questo Rt?

Rt, l’indice trasmissibilità: il dato delle riaperture

Iniziamo col dire che Rt è un parametro statistico molto utilizzato dagli epidemiologi per monitorare quale sia l’andamento del virus e la sua diffusione su un determinato territorio. Nello specifico il dato fa riferimento al numero medio di persone che ogni malato può contagiare. Per calcolarlo bisogna prendere in considerazione diversi aspetti, tra cui il rispetto delle misure restrittive e il tasso d’infezione della popolazione.

Si tratta dunque di un indice che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. Un parametro che si traduce nel numero medio delle infezioni generate da ogni individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento della pandemia. In Italia, secondo i dati dell’Iss, il valore è inferiore ad 1 in tutte le regioni.