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Malattia di Kawasaki e Coronavirus, c'è un legame?

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Rossella Massaro di 'Rari ma Speciali' spiega a Notizie.it quali sono i sintomi della malattia di Kawasaki da non sottovalutare.

Sulla malattia di Kawasaki l’attenzione è molto alta nelle ultime settimane a causa della correlazione, nei bambini, con i sintomi da Coronavirus. Per questo motivo l’associazione “Rari ma Speciali” si pone l’obiettivo di sensibilizzare i pediatri alla corretta e tempestiva diagnosi della malattia, migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro famigliari oltre a rendere consapevole la collettività sull’importanza di sostenere la ricerca scientifica sulla Malattia di Kawasaki. E ancora, l’obiettivo è quello di supportare i reparti di pediatria e di cardiologia pediatrica degli ospedali italiani per l’acquisto di attrezzature mediche.

A fare il punto della situazione sulla malattia di Kawasaki e la correlazione con il Coronavirus è proprio Rossella Massaro, cofondatrice di Rari ma Speciali, che a Notizie.it racconta: “Noi come associazione ‘Rari ma Speciali’, punto di riferimento per la malattia di Kawasaki in Italia, da dieci anni portiamo avanti questa battaglia affinché si possano riconoscere per tempo i sintomi: la prevenzione consente di evitare le conseguenze più terribili, come aneurismi coronarici o, come capita nell’1-2% dei casi alla morte del paziente”.

Cos’è la malattia di Kawasaki?

La malattia di Kawasaki è una vasculite, un’infiammazione di tutti i vasi sanguigni del corpo che colpisce i bambini fino a 5 anni. In Italia i casi sono dai 200 a 400 l’anno, dunque è una malattia rara di cui non si conosce l’elemento scatenante. Si pensa a una predisposizione genetica unita a un trigger che può essere un virus o un’allergia. Quello che è importante sapere è che per la malattia Kawasaki esiste una terapia: per questo motivo riconoscere tempestivamente la sindrome consente di curarla.

Malattia di Kawasaki e Coronavirus

In Italia, a causa del Coronavirus, ci siamo accorti dell’attenzione mediatica nei confronti della sindrome di Kawasaki negli ultimi mesi tant’è che i nostri contatti sono aumentati esponenzialmente rispetto al lavoro normale come volontari da dieci anni a questa parte. Ci siamo accorti prima di tanti che stava succedendo qualcosa. Non è corretto dire che i casi sono aumentati in modo vertiginoso perché parliamo di numeri piccoli. Un aumento c’è stato.

Come associazione abbiamo cercato di collaborare con le società scientifiche e con l’Iss per la stesura di un documento per la gestione ad interim di questo periodo di crisi. In realtà, un po’ tutte le società scientifiche fanno fronte comune nel chiamare questa patologia come ‘sindrome infiammatoria multisistemica’. Ci sono delle somiglianze, ma i pazienti sono un pochino più grandi e con caratteristiche diverse dalla malattia di Kawasaki.

Quali sono i sintomi della Kawasaki?

Se il bambino ha febbre prolungata per più giorni, occhi rossi, rush cutaneo come se fosse una specie di allergia, una lingua screpolata, linfonodi del collo arrossati e mani e piedi ingrossati oltre a un perenne stato febbrile il consiglio è di chiamare il pediatra. Oggi, fortunatamente, tutti i medici riconoscono questa malattia grazie all’attenzione mediatica il pediatra di base sa subito cosa deve fare. Non c’è da creare allarmismo, c’è da prendere le dovute precauzioni nei confronti di una patologia simile alla Kawasaki legata al Covid-19.

Cosa fa Rari ma Speciali in Italia?

Noi supportiamo le famiglie che incontrano questa malattia. Noi l’abbiamo vissuta in prima persona e dieci anni fa era molto meno conosciuta rispetto a quanto era conosciuta anche prima del Coronavirus. Cerchiamo di dare supporto perché quando hai un figlio e ricevi questa doccia fredda è abbastanza pesante da portare sulle spalle e ti senti davvero molto solo.

Cerchiamo di dare supporto psicologico, indichiamo i centri migliori in Italia. Da questo primo obiettivo si sviluppa il secondo: il supporto sullo studio di questa malattia. Abbiamo collaborato con la scienza per contrastare la sindrome. In questo specifico momento, a causa della pandemia di Coronavirus, queste attività sono aumentate perché abbiamo ricevuto tantissime richieste dalle famiglie e riceviamo richieste allarmate anche da bambini che hanno sintomi simili. Mi metto nei panni dei genitori e capisco la loro preoccupazione.

Niente allarmismo?

Le domande dei genitori le abbiamo girate all’Istituto Superiore della Sanità e al Centro ricerca italiano di pediatria ed è emerso che non sussiste un aumento di rischio di prendere la malattia di Kawasaki in questo momento e non c’è un rischio maggiore per determinati soggetti rispetto ad altri. L’importante è seguire tutte le raccomandazioni e riconoscere tempestivamente i sintomi della malattia di Kawasaki.