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Coronavirus, Beutler: "Non sappiamo quanto protegge il vaccino"

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Il Premio Nobel per la Medicina Beutler sul coronavirus: "Nessuna seconda ondata. Il vaccino forse nel 2021, ma non si sa quanto durerà".

Il Premio Nobel Bruce Beutler ritorna a parlare del coronavirus e del vaccino. Sui contagi: “Non ci sarà nessuna seconda ondata”. Per la vaccinoprofilassi pronostica l’arrivo “forse solo a inizio 2021”. Resta un mistero “quanto tempo” davvero una vaccinazione possa proteggere dal covid-19.

Coronavirus, Beutler: “Vaccino nel 2021”

L’ultima previsione sui risvolti della pandemia arriva dal Premio Nobel per la Medicina 2011, l’immunologo americano Bruce Beutler. Distanziamento sociale e utilizzo della mascherina sono i “comandamenti” base a cui i cittadini devono attenersi per prevenire il contagio ma, l’arma per sconfiggere la pandemia è il vaccino. Secondo Betuler, oggi direttore del Center for the Genetics of Host Defense dell Ut Southwestern Medical Center di Dallas, “ci sono opinioni realistiche secondo cui potrebbe essere prodotto su larga scala dall’inizio del prossimo anno. Tuttavia, non vi è alcuna certezza al riguardo”.

Per quanto riguarda il “valore” d’efficacia del vaccino, il medico che nove anni fa vince il Nobel con Jules Hoffmann e Ralph Steinman per il lavoro sulle cellule dendritiche e sul loro ruolo nell’immunità adattativa, non è ancora certo nulla: “Questo non è ancora del tutto chiaro. Molti vaccini – spiega Beutler – offrono una protezione di lunga durata (decenni o anche di più), altri proteggono solo per poco tempo. Ma poiché un vaccino non esiste ancora, non possiamo saperlo”.

Ci sarà una seconda ondata?

Secondo lo scienziato ci sono buone premesse affinché venga scongiurata una seconda ondata in autunno. Non è della stessa opinione il virologo americano Anthony Fauci.

Per l’esperto “nella maggior parte dei paesi europei e degli Stati Uniti –ha spiegato Beutler – sembra che il tasso di nuovi casi e il tasso di mortalità stiano gradualmente diminuendo, anche se le persone hanno iniziato a uscire di nuovo, a tornare al lavoro e a interagire di più. Insieme ai lockdown, i cambiamenti nel comportamento (distanziamento sociale, uso di mascherine) sembrano aver avuto effetti protettivi. La popolazione non è così vulnerabile come all’inizio, quando nessuna di queste misure era stata intrapresa. Questo è vero, anche se attualmente solo una piccola percentuale della popolazione è stata infettata. Ma tutto ciò mi porta a pensare che non ci sarà una seconda ondata“.