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Coronavirus: forse il segreto della cura è in una proteina

Coronavirus: forse il segreto della cura è in una proteina

Oltre al vaccino, la scienza è alla ricerca di una cura per il coronavirus. Una proteina potrebbe essere la soluzione tanto sperata.

Il segreto della cura per il coronavirus potrebbe essere in una proteina. Gli scienziati stanno, infatti, vagliando la concentrazione della TGFBIp, una proteina che, nei pazienti che hanno contratto la forma grave di Covid-19, è in quantità più elevate. Con la somministrazione di anticorpi in grado di neutralizzarla, l’infiammazione diminuisce.

Proteina TGFBIp: una cura al coronavirus?

Attualmente sono in corso le sperimentazioni, eppure le premesse sono finora buone. La ricerca è stata condotta da un team sudcoreano dell’Università Nazionale di Kangwon, a cui hanno collaborato i ricercatori del Korea Institute of Science and Technology (KIST), del Centro medico dell’Università di Yeungnam, dell’Università Nazionale Chungnam e di altri istituti accademico-scientifici. Gli esperti, coordinati dal professore Hee Ho Park, dell’Università di Chuncheon, hanno analizzato il sangue di oltre cento ricoverati per Covid-19. Nelle forme più gravi è emersa un’alta concentrazione ella proteine. La presenza della TFFBIp è importante. Il team non sa ancora se il inibendola si possa sconfiggere il coronavirus. Sicuramente, è emerso che, neutralizzandola, l’infiammazione nell’organismo diminuisce. Il prossimo passo è capire se la proteina possa essere considerata a tutti gli effetti un biomarcatore diagnostico. I dettagli della ricerca “Acetylated K676 TGFBIp as a severity diagnostic blood biomarker for SARS-CoV-2 pneumonia” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceAdvances.

La corsa alla cura e la speranza in un vaccino

Dopo la notizia di un importante traguarda nell’individuazione di un vaccino, l’Oms frena: la possibilità di avere un vaccino entro la fine del 2020 non è prevedibile per l’Organizzazione. Lo ha dichiarato lo stesso Mike Ryan, a capo del programma per le emergenze dell’Oms. Per Ryan sarà necessario garantire un’equa distribuzione dei vaccini. Molti sono nella terza fase di sperimentazione, ma nessuno ha superato gli standard di sicurezza. di cui diversi sono nella terza fase della sperimentazione e nessuno dei quali finora ha fallito in termini di sicurezza o capacità di generare una risposta immunitaria. In questo modo, l’Oms vuole smorzare le ampie aspettative verso il possibile vaccino anti virus dell’Università di Oxford, la cui produzione è stata affidata all’azienda AstraZeneca. Finora, il vaccino ha prodotto un’efficace risposta immunitaria negli studi clinici in fase iniziale, come dimostra uno studio pubblicato sul The Lancet.

Mentre si cerca un vaccino, la scienza si apre anche alla cura. Due strade con un unico obiettivo: stanare il coronavirus, una volta per tutte.