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"Non ce n'è coviddi": un video gioco per esorcizzare il coronavirus

"Non ce n'è coviddi": un video gioco per esorcizzare il coronavirus

Il tormentone che ha esorcizzato la paura di tanti italiani, ora diventa un video gioco. È giusto oppure no fare ironia sull'episodio?

Ha suscitato sin da subito ilarità: ora la frase diventata un tormentone “Non ce n’è coviddi” è diventata un video gioco. Protagonista è Angela, la donna intervistata sulla spiaggia di Mondello, in provincia di Palermo, che ha pronunciato la frase polemica.

Come nasce la parola “coviddi”

La storia risale alla fine di giugno scorso, quando una tv locale ha intervistato una signora in spiaggia. La giornalista siciliana ha fatto due domande alla signora perché non indossava la mascherina. Alle domande dell’inviata, l’intervistata ha ripetuto con tono di voce sostenuto: “Non ce n’è coviddi“. La stessa ha, poi, chiarito la sua posizione intervistata da Barbara D’Urso nel programma Live. Non è la D’Urso. Nel programma, la conduttrice ha invitato la donna ad attenersi alle disposizioni sanitarie vigenti e prendere la situazione epidemiologica del Paese con un altro spirito, “in modo più responsabile“. Già dopo l’intervista, Angela è stata vittima di cyberbullismo, e la stessa ha denunciato in tv la pesante situazione venutasi a creare: “Ho risposto alle domande dei giornalisti su cosa facessi a Mondello, sulle mascherine. Ho detto che non ce n’è Covid ma non intendevo dire che il virus non esiste. Ho una bambina da tutelare“.

“Non ce n’è Coviddi” un videogioco

L’idea del videogioco con protagonista la signora Angela è venuta a due programmatori ventenni. Dario Romano e Aurelio di Maggio, della web agency siciliana Hexaweb, hanno deciso di fare un videogioco. Lo scopo è quello di bloccare i coronavirus in arrivo sulla spiaggia. Nella sessione di gioco, vengono replicate le frasi che la signora Angela ha pronunciato nella sua prima intervista a Mondello. Durante la sessione, si potrà attivare la “supermossa” che permette alla protagonista del gioco di annientare il Covid-19 al grido di “Non ce n’è coviddi”.

Non tutti potranno accogliere bene la trovata, altri potrebbero leggervi un tentativo di esorcizzare la paura del coronavirus. C’è chi pensa che utilizzare la parola scorretta “coviddi” sia un insulto velato a una donna che l’ha pronunciata in buona fede. Chissà se la signora Angela ne sarà contenta.